di ELISA COLONI
TRIESTE Margherita Granbassi esordisce nella prima serata Rai, scatena un polverone e ora rischia pure la revoca del permesso di andare in tv. Un’ondata di polemiche politiche, infatti, ieri ha scosso i palazzi romani, scivolando tra gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama. Sul banco degli imputati la partecipazione della fiorettista triestina, appartenente all’Arma dei Carabinieri, ad Annozero. Un passaggio in video accanto a Michele Santoro che secondo l’ex capo dello Stato Francesco Cossiga, è stato «stupefacente e scandaloso, incompatibile con i doveri di un appartenente all’Arma e gravemente offensivo del prestigio professionale e morale dei carabinieri». E a quella dell’ex capo dello Stato si sono accodate numerose altre voci.
Il Comando generale dell’Arma dei carabinieri, in attesa di conoscere i termini definitivi del contratto stipulato tra Margherita Granbassi e la Rai, sta valutando l’incompatibilità della collaborazione del militare al programma. La Granbassi era infatti stata autorizzata a partecipare ad Annozero con «riserva» di esaminare la documentazione inerente all’attività, ancora non pervenuta al Comando generale. «Qualora il contratto non risultasse in linea con i termini prescritti dalla regolamentazione vigente – ha fatto sapere il Comando generale – si renderà inevitabile la revoca dell’autorizzazione stessa».
Francesco Cossiga, citando l’articolo 24 del Regolamento organico dell'Arma, ha infatti rivolto un’interpellanza urgente al premier Berlusconi e ai ministri dell’Interno Maroni e della Difesa La Russa (quest’ultimo favorevole alla presenza in video della Granbassi, avendole dato l’ok ad andare in onda), per sapere cosa ne pensino «della partecipazione del maresciallo dei carabinieri in servizio permanente Margherita Granbassi (che in realtà è carabiniere semplice, ndr.), nella veste di collaboratrice in video».
Cossiga ha acceso la miccia. Poi, nell’arco dell’intera giornata, è stato tutto un susseguirsi di commenti e dichiarazioni pro e anti Granbassi. Alcuni parlamentari di centrodestra, come Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, si sono accodati alle accuse: «Sottoscriviamo l’interpellanza del presidente Cossiga, che con acutezza ha messo in risalto la stranezza di questa vicenda», hanno dichiarato i due parlamentari.
E subito dalle fila del centrosinistra è arrivata la replica, quella del deputato dipietrista Fabio Evangelisti, che si è rivolto polemicamente ai parlamentari pidiellini, chiedendo perché non ci sia stata «la stessa indignazione nei confronti della fiorettista Valentina Vezzali all’indomani della sua partecipazione a Porta a Porta, quando, nelle sue vesti di poliziotto di Stato, mise in scena un equivoco siparietto con il premier Berlusconi». A mettere il dito nella piaga, poi, altre associazioni (Codacons e Associazione di utenti di matrice cattolica), che non si sono lasciate scappare la possibilità di dire la loro sull’ingresso della Granbassi nel mondo dei riflettori.
Per la fiorettista, dunque, è stato un debutto movimentato. La diretta interessata ha dribblato i cronisti, rendendosi irreperibile. L’ha difesa il fratello Francesco (la sua replica nell’articolo a fianco). Michele Santoro non ha rilasciato dichiarazioni, anche se è trapelato che il ruolo dell’atleta olimpica, pur essendo destinato a crescere nel tempo, sarà reso «soft» in un primo momento, per proteggerla. A parlare, in difesa del programma, sono stati il giornalista Marco Travaglio e il vignettista Vauro. Anche in questo caso le critiche dei due personaggi tv sono andate verso l’altra campionessa olimpica, Valentina Vezzali, e la sua partecipazione da Bruno Vespa.
Ma il punto cruciale è proprio questo. La Vezzali era un’osptite di casa Rai, mentre la Granbassi no. Lo ha evidenziato il presidente Cossiga: «Margherita Granbassi è stata retribuita, con regolare contratto. La sua presenza come velina ad Annozero, e per di più con un indecoroso abbigliamento – ha commentato – offede quei carabinieri che adempiono al loro rischioso dovere in teatri d’operazione esteri e in zone sensibili e ad alto rischio del nostro Paese».