Pure quest’anno, oltre 50 persone hanno partecipato alla recita del Santo Rosario il 27 maggio 2022 alle ore 19,30 al Villaggio giuliano di via Casarsa a Udine. È stata una sentita partecipazione nel segno delle preghiere degli antenati, sotto la guida di don Claudio Santangelo, della Collaborazione Parrocchiale di Udine Sud-Ovest.
Era stato padre Juan Carlos Cerquera, parroco di San Giuseppe nel 2017, a riprendere l’esperienza religiosa iniziata nel 1952 dalle donne d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli. Il tutto sulle orme dell’indimenticato don Armando Bassi, che teneva i rosari addirittura nei cortili della parrocchia. Il rosario del Villaggio giuliano, come al solito, è stato recitato presso il sacello della Madonna della Rinascita. Si tratta di bassorilievo in bronzo, del 1952, opera di Domenico Mastroianni (Arpino, Frosinone 1876 – Roma 1962). La scritta sotto la sacra icona della Madonna dice: “Signore! Benedici queste case risorte”. La targa posta sotto i fiori da Alberto Nadbath, nel 2016, in via Casarsa a Udine dice: “Villaggio giuliano 1953. Profughi istriani-dalmati”. Si ricorda che nell’incontro di preghiera del 2019 è stata l’occasione di scoprire una seconda targa commemorativa, voluta dal signor Alberto Nadbath, con babbo di Abbazia e da Eugenia Pacco, con avi istriani.
“È una bella cerimonia religiosa con tante persone di varie età in un periodo in cui il rosario nelle chiese è frequentato ormai da non molti fedeli”. Questa è l’opinione dell’ingegnere Sergio Satti, esule da Pola e decano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine. “La preghiera con il parroco – ha aggiunto Sergio Satti – è per ricordare e per non dimenticare le tragedie subite in ogni parte del mondo a seguito delle ideologie discriminatorie passate e presenti subite dalle popolazioni”.
Prima della recita religiosa è intervenuta Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, per un saluto ufficiale del sodalizio degli esuli giuliano dalmati. “Il Santo Rosario alla Madonna della Rinascita qui al Villaggio giuliano – ha detto – è in onore di tutti gli istriani, fiumani e dalmati vivi e defunti, come da tradizione. Un grazie di cuore vada a chi ogni anno rinnova la memoria, organizzando questo significativo appuntamento con la partecipazione dei discendenti degli esuli e la dirigenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine”.
Tra i tanti presenti c’erano anche vari soci dell’ANVGD, come Luciana Tancredi, di Pinguente, Fabiola Modesto Paulon, di Fiume, Giorgio Gorlato, di Dignano d’Istria, Elena Pobulavez e Bruna Travaglia, esule di Albona, componente del Consiglio esecutivo ANVGD di Udine. Con la bandiera azzurra dell’Istria c’era Paolo Pertusati, con avi istriani, consigliere del quartiere “Udine-Centro”.
Al termine della cerimonia qualche parrocchiano si è rammaricato della poca presenza di parrocchiani rispetto agli anni precedenti al Codid-19. Nonostante la pandemia abbia mandato in tilt il senso di comunità, l’ANVGD di Udine tiene la barra dritta – è il commento che girava.
La storia del primo Villaggio giuliano a Udine – In base alle mie ricerche il Villaggio giuliano di Udine è costituito da case popolari edificate dal 1950-1952, con i fondi dell’UNRRA Casas. Gli assegnatari, tutti esuli, sono entrati in possesso delle abitazioni nel 1952-1953. Ufficialmente la “United Nations Relief and Rehabilitation Administration” (UNRRA) era un’organizzazione delle Nazioni Unite, con sede a Washington, istituita il 9 novembre del 1943 per assistere economicamente e civilmente i Paesi usciti gravemente danneggiati dalla seconda guerra mondiale. Fu sciolta il 3 dicembre 1947. L’acronimo Casas sta per: “Comitato Amministrativo Soccorso Ai Senzatetto”. Secondo i dati dell’Archivio del Comune di Udine, nel 1950, ebbe inizio la costruzione delle case del primo Villaggio giuliano in via Cormòr Alto, via Casarsa e via Cordenons.
Mario Blasoni, giornalista del «Messaggero Veneto» ha scritto che l’ingegnere Angelo Morelli De Rossi, di Udine “nel 1946 ha assunto la direzione dell’ufficio interregionale dell’UNRRA Casas, ente preposto alla ricostruzione degli abitati danneggiati o distrutti dai bombardamenti angloamericani o dalle rappresaglie naziste”. I suoi principali lavori furono svolti a Latisana, San Michele al Tagliamento, San Donà di Piave, Nimis, Attimis, Faedis e Forni di Sotto. Gli ultimi quattro sono i paesi bruciati dai nazi-fascisti. Poi, riferendosi sempre all’ingegner Morelli De Rossi, il giornalista aggiunge la seguente precisazione: “ha operato anche a favore dei profughi giuliano-dalmati (villaggi a loro destinati a Gorizia, Grado, Monfalcone, Udine e Marghera)”.
Ci sono ben quattro villaggi giuliani a Udine. Oltre a quello di via Casarsa c’è il Villaggio giuliano di San Gottardo, che fu edificato nel 1954-1955. Inaugurato nel 1955 col sindaco Giacomo Centazzo, come risulta dalle interessanti immagini diffuse da Alessandro Rizzi nel 2016, in Facebook nei profili di Udine.
In città esistono altri siti con appartamenti per istriani, fiumani e dalmati. Si trovano in via Enrico Fruch, villaggio inaugurato nel 1956, sul quale ho ricevuto molte notizie e documenti dal professor Daniele D’Arrigo, con babbo di Fiume. All’Ufficio Tecnico del Comune di Udine (il 9 agosto 2016) ho reperito la data di costruzione del quarto Villaggio giuliano. È quello sorto in via Sant’Osvaldo al civico numero 42, agli interni 16, 17, 18, 19 e 20. L’apertura del cantiere è del 4 luglio 1957, mentre l’abitabilità è rilasciata il 3 luglio 1962. Un testimone dell’esodo giuliano dalmata, il signor Flavio Serli, ha comunicato di aver abitato nel villaggio giuliano di Udine dall’agosto 1962, dove stavano 36 famiglie in via Sant’Osvaldo.
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Fonti di ricerca
Mario Blasoni, “Protagonista della ripresa postbellica”, in M. Blasoni, Cento udinesi raccontano, Udine, La Nuova Base, volume III, 2007, pp. 182-184.
Angelo Morelli De Rossi, Progetto del Villaggio giuliano di via Casarsa, via Cordenons e via Cormor Alto, Archivio del Comune di Udine, 1950.
Flavio Serli, Umago 1954, vive a Trieste e a Forni Avoltri (provincia di Udine), intervista a Sappada (UD), del 15 luglio 2016 a cura di Elio Varutti.
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Testi di Elio Varutti, del Consiglio esecutivo dell’ANVGD di Udine, con la collaborazione di Eugenia Pacco e Alberto Nadbath. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Sergio Satti e Marco Birin. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine. Fotografie di Alberto Nadbath e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Elio Varutti
Fonte: ANVGD Udine – 30/05/2022