di FRANCO BABICH
LUBIANA Nuove nubi in vista, nei sempre complessi rapporti tra Slovenia e Croazia? L'ipotesi emersa nel recente incontro di Laurana tra i premier Borut Pahor e Jadranka Kosor sull'ipotesi di un ”controllo comune” dello spazio aereo dei due Paesi ha provocato un autentico allarme a Lubiana. Come se non bastasse, la stampa croata ha rivelato che i due capi di governo avrebbero discusso anche di possibili ”ambasciate comuni” in alcuni Paesi, altro tema delicato.
L'idea del ”controllo comune” dello spazio aereo, presentata come un'ipotesi sulla quale dovrà esprimersi un'apposita commissione mista, ha già scatenato le prime reazioni a Lubiana. Lo stesso presidente sloveno Danilo Türk ha ammesso di essere rimasto sopreso. «Spero – ha detto – che i due capi di governo spiegheranno cosa avevano in mente».
«È un'idea che va studiata», ha affermato diplomaticamente il ministro degli Esteri, Samuel Zbogar. Scatenato invece il gruppo parlamentare del Partito nazionale, che ha rivolto un'interrogazione al governo su chi abbia dato mandato a Pahor di discutere della difesa dello spazio aereo sloveno. «A questa proposta i media hanno dedicato troppa attenzione», ha voluto precisare Pahor, aggiungendo che se un giorno si dovesse arrivare a dei passi formali in questa direzione, saranno sicuramente gli organi competenti in Slovenia e nella Nato a decidere. L'idea è stata lanciata dalla premier croata ed è dovuta al fatto che la Croazia sta pensando all'acquisto di nuovi aerei militari mentre lo spazio aereo sloveno, nell'ambito della Nato, è attualmente ”coperto” dall'Aeronautica militare italiana. Un accordo di collaborazione, secondo Zagabria, converrebbe sia alla Croazia che alla Slovenia. Circa le indiscrezioni sulle future ”ambasciate comuni”, dal Gabinetto del premier sloveno è giunta una secca smentita. Si è discusso degli aspetti finanziari della successione dell'ex Jugoslavia, così come della spartizione delle ex sedi diplomatiche e consolari della Federativa, ma i due problemi erano ben distinti, hanno precisato a Lubiana, per cui qualcuno avrà semplicemente capito e interpretato male il contenuto dei colloqui.
Ma se su queste questioni si minimizza, un problema resta aperto davvero, ed è il ritardo nello scambio delle note di ratifica dell'Accordo sull'abitrato come strumento di soluzione del contenzioso legato al confine. Il problema, secondo parte della stampa slovena, consiste nel fatto che Zagabria sembra voler aggiungere alla sua nota diplomatica una dichiarazione interpretativa unilaterale dello stesso Accordo, cosa che Lubiana rifiuta di accettare. Pertanto, sempre secondo la stampa di Lubiana, la Slovenia avrebbe chiesto l'aiuto del segretario di Stato americano Hillary Clinton affinché convinca Zagabria a scambiare gli strumenti di ratifica senza alcuna aggiunta al testo dell'Accordo sottoscritto a Stoccolma dai due premier nel novembre del 2009. Invitato a confermare o smentire questa notizia, il Ministero degli esteri sloveno si è limitato a precisare che i colloqui tra i due Paesi sono in corso e che non esistono limiti di tempo per lo scambio delle note di ratifica. Di certo, nonostante i sorrisi tra la Kosor e Pahor, tra le due capitali non tutto procede liscio.