I comunisti jugoslavi distrussero le prove delle stragi nelle foibe presso Buie

È in corso la seconda edizione del premio letterario Raccontare per ricordare, organizzato dalla piattaforma Kepown. Ad Futuram Memoriam e dall’Unione degli Istriani con la collaborazione del quotidiano Libero.

Il regolamento per partecipare può essere letto qui:
https://www.kepown.com/ilgiornodelricordo1

Sulla piattaforma è in concorso anche un contributo del prof. Elio Varutti, dirigente del Comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di cui condividiamo uno stralcio.

Buie anni ’80, distrutte le prove delle uccisioni di italiani in foiba

Buie, oggi in Croazia, è vicino al confine con la Slovenia. Defunto il dittatore balcanico, la Jugoslavia avrebbe potuto orientarsi verso la democrazia. I partigiani titini infoibatori, tuttavia, avevano la coscienza sporca, oltre che dei grossi rimorsi e il pelo sullo stomaco. Sapevano che i crimini di guerra, o quelli contro l’umanità non si prescrivono. Ad imporlo è il diritto vigente sovranazionale, che sovrasta ogni altra norma di legge, sia convenzionale sia consuetudinaria. I solerti dirigenti comunisti locali, negli anni ’80, fecero scendere nelle varie foibe del territorio gli speleologi per recuperare le ossa degli abbattuti nel periodo 1943-1945 e forse pure nel dopoguerra. Certe spoglie avevano ancora i resti del filo spinato usato nella cattura degli italiani. Recuperate e fatte sparire le ossa, poi gettarono delle bombe a mano nelle foibe per cancellare le eventuali restanti tracce. La gente del paese ricordò gli scoppi verso sera in quegli anni ’80. Poi la Jugoslavia si dissolse. […]

Fonte: Kepown – 15/09/2023

 

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