Durante un incontro con le scuole di Montecompatri (RM), sono emersi nuovi dettagli sul Questore di Fiume morto a Dachau
La mattina dell’11 febbraio a Monte Compatri, ai Castelli romani, si è celebrato il Giorno del Ricordo a cura del Comune, dell’Associazione Giovanni Palatucci e della Prof.ssa Maria Luisa Botteri, con il patrocinio delle Associazioni degli esuli. La cerimonia è iniziata con la deposizione della Corona al monumento ai Caduti, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari, di alunni della scuola elementare coi loro insegnanti. Per le Associazioni Giuliano-Dalmate erano presenti Maria Luisa Botteri, esule da Zara, Eufemia Budicin e Mirella Tribioli (comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia). Inoltre il referente dell’Associazione Palatucci, Patrizio Ciuffa, l’amica Amalia Dominicis e cittadini di Monte Compatri. Il Parroco ha letto una bellissima preghiera per i martiri giuliani, fiumani e dalmati, Il trombettiere ha suonato il Silenzio e i bambini, accompagnati dagli adulti hanno cantato l’Inno di Mameli, tutti con intensa partecipazione.
Mentre i bambini ritornavano a scuola, ci siamo avviati presso la sede della Caritas, dove ci siamo collegati con le quattro classi terze del locale Istituto comprensivo Borsellino. La conferenza, ormai una tradizione, si è infatti svolta online per evitare assembramenti. Patrizio Ciuffa ha aperto la conferenza con una breve presentazione, seguita dall’intervento di Mirella Tribioli, sempre un sicuro sostegno per la salvaguardia dei nostri valori, che ha illustrato ai ragazzi la storia dell’Adriatico orientale, luminosa e fruttifera fino all’avversa fortuna che ha colpito la sue genti a partire dalla caduta di Venezia e precipitata con le tragiche vicende causate dalla seconda guerra mondiale.
Quindi Eufemia Giuliana Budicin ha brevemente relazionato sulla tristissima sorte che hanno colpito ben 55 bambini e adolescenti, infoibati o annegati, dai partigiani comunisti titini in tutta la Venezia Giulia. Si è soffermata sulla vicenda di Alice Abbà , che aveva appena compiuto 13 anni quando venne gettata assieme alla madre nella foiba di Moncodogno vicino a Rovigno. Purtroppo in tutta l’Istria oggi amministrata dalla Croazia, in nessuna foiba si è proceduto ad indagare ulteriormente dopo le ricerche effettuate dai pompieri di Pola italiana, e nemmeno è stato possibile porre una lapide, una croce o un segno di riconoscimento.
Quindi ha parlato Don Franco Celetta, vicepresidente dell’Associazione Giovanni Palatucci, profondo conoscitore delle vicende dell’Adriatico orientale e di Fiume in particolare. Ha illustrato, in modo documentato e esaustivo, l’operato del Questore Palatucci, avanzando anche nuove ipotesi, suffragate da indagini, sui suoi contatti con gli autonomisti fiumani, che furono probabilmente, insieme al salvataggio di ebrei riparati nella città di san Vito, la concausa del suo arresto e deportazione a Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945.
In chiusura sono intervenuti Patrizio Ciuffa, promotore del gemellaggio di Monte Compatri con l’antica capitale della Dalmazia Salona. Infine Maria Luisa Botteri, andata via da Zara in tenera età, con una delle poche navi non affondate dai bombardamenti, ha offerto testimonianza della sua triste esperienza in vari campi profughi e del positivo inserimento avuto a Napoli.