Si sta svolgendo a Roma il progetto EU Italian, promosso dall’Unione Italiana e dai Giovani della Comunità Nazionale Italiana e destinato a connazionali di età compresa tra 18 e 32 anni della comunità autoctona in Istria e Carnaro al fine di «conoscere l’aspetto istituzionale della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia, familiarizzare con l’apparato istituzionale italiano che sostiene la CNI dall’Italia, incrementare le proprie competenze gestionali ed esplorare il patrimonio culturale italiano alla base della loro lingua e tradizioni. Inoltre la formazione mira a favorire l’inserimento di giovani competenti e motivati all’interno delle istituzioni CNI garantendo la sostenibilità e lo sviluppo della Comunità nel lungo periodo».
Workshop, incontri con parlamentari e rappresentanti istituzionali, visite ai luoghi più importanti della Capitale e anche momenti di reciproca conoscenza con il mondo degli esuli adriatici hanno caratterizzato questo viaggio iniziato il 26 settembre e l’indomani i 36 giovani partecipanti assieme a Marin Corva (Presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana) hanno visitato anche la Casa del Ricordo. Ad accoglierli Giorgio Marsan, vicepresidente del comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, e Lorenzo Salimbeni, responsabile della comunicazione dell’Anvgd. L’appuntamento è stato organizzato dalla professoressa Donatella Schürzel, presidente dell’Anvgd Roma (assente in quanto impegnata negli eventi di Librixia. Fiera del libro e della cultura di Brescia), d’intesa con Marin Corva e l’Unione Italiana: «Il nostro comitato è stato tra i primi ad allacciare rapporti con le Comunità degli Italiani, con particolare riferimento a quelle di Rovigno, di Pola e di Fiume. Abbiamo perciò voluto collaborare al programma del viaggio di formazione che stanno svolgendo questi giovani attivi nelle istituzioni della CNI, alcuni dei quali già con incarichi dirigenziali».
Nato nel Quartiere Giuliano-dalmata da padre zaratino e madre istriana, il professor Marsan ha illustrato la storia dell’insediamento dei profughi adriatici nell’ex villaggio operaio dell’E42, diventato una comunità coesa e capace di trasmettere un forte senso identitario anche nelle nuove generazioni: «Ormai sono rimasti ancora non molti dei profughi che sono arrivati in questo insediamento alla periferia meridionale di Roma nell’immediato dopoguerra – ha spiegato Marsan – dapprima come abusivi e poi all’interno delle case popolari, ma anche attraverso il progetto di Museo diffuso, che stiamo sviluppando con le altre realtà associative del territorio, con il Municipio e con Roma Capitale, trasmetteremo la nostra storia e risponderemo al crescente interesse che riscontriamo per le vicende del confine orientale italiano»
L’incontro si è svolto sulla splendida terrazza della Casa del Ricordo: «La nostra sede si trova al Quartiere Giuliano-dalmata, unico ad avere questa definizione ufficiale in tutta Italia, mentre questa è una nostra sede particolarmente rappresentativa – ha proseguito Marsan – vicina al centro della città e testimonia l’autorevolezza che l’Anvgd Roma e la Società di Studi Fiumani, che condivide con noi la gestione della Casa del Ricordo, hanno saputo meritarsi collaborando con le istituzioni: sono ormai 10 anni che l’amministrazione comunale capitolina ci ha affidato questo spazio per farne un polo culturale»
E sulle attività che caratterizzano l’operato dell’Anvgd Roma alla Casa del Ricordo si è soffermato Lorenzo Salimbeni: «Conferenze, presentazioni librarie, convegni in collegamento telematico, premiazioni di concorsi letterari: nonostante l’interruzione dovuta al Covid, la Casa del Ricordo ha svolto in questi anni molte manifestazioni che hanno coinvolto sempre più persone estranee all’ambiente dell’associazionismo dell’esodo. Stiamo inoltre procedendo con la catalogazione della biblioteca della sede nazionale dell’Anvgd che è qui confluita per essere messa a disposizione degli interessati e tra poco avvieremo un progetto di archiviazione e di digitalizzazione dei documenti più importanti che abbiamo»
Il discorso si è inevitabilmente ampliato alle attività che sempre più frequentemente accomunano esuli e italiani autoctoni dell’Adriatico orientale: «Mentre voi state svolgendo questo importante viaggio – ancora Salimbeni – in Istria sta approdando Klizia, un’imbarcazione partita dalla Sardegna a fine luglio con l’intento di collegare la comunità esule che si è stabilita a Fertilia con le proprie terre d’origine. Il viaggio/evento Ritorno alla Terra dei Padri è solo l’ultimo esempio della nostra volontà di consolidare i rapporti tra le due sponde dell’Adriatico, perché la storia, le tradizioni e la cultura che vogliamo preservare e far conoscere sono le stesse che rappresentate voi sul territorio»
«Il viaggio che i giovani per primi hanno voluto ed organizzato direttamente loro non serve solo a conoscere le istituzioni più importanti della nostra nazione di appartenenza – ha quindi specificato Marin Corva – ma anche a creare sinergie con le associazioni degli esuli. Abbiamo tanti progetti che sono pronti a partire, prima di tutto la mappatura e tutela delle foibe e dei luoghi di sepoltura in cui si è consumato il martirio dell’italianità adriatica, ma intendiamo anche far conoscere gli aspetti più importanti del nostro radicamento plurisecolare in Istria, Carnaro e Dalmazia, nonché consolidare la nostra identità nella cornice di un’Unione Europea che ha fatto sparire i confini che ci dividevano»
Unità di intenti e di vedute che trovato entusiasti i 36 partecipanti al viaggio, i quali hanno confrontato le difficoltà che hanno riscontrato nel vissuto quotidiano e nell’ambito scolastico per affermare la propria appartenenza nazionale nel contesto sloveno oppure croato con l’ostracismo che a lungo ha colpito la narrazione della storia del confine orientale italiano prima che l’istituzione del Giorno del Ricordo ed il Tavolo di lavoro Ministero dell’Istruzione – Associazioni degli Esuli facessero breccia nell’opinione pubblica e nella didattica.
Sabato 30 settembre, prima di rientrare a casa, la comitiva visiterà, infine, l’Archivio Museo Storico di Fiume al Quartiere Giuliano-dalmata: «Quello che stiamo svolgendo è un viaggio pilota, un primo esperimento – ha infine dichiarato Dyego Tuljak, rappresentante dei Giovani della CNI nella Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana – ma sicuramente l’anno prossimo faremo tesoro di questa esperienza per perfezionare alcuni dettagli ed organizzare ancora meglio pure gli incontri con i rappresentanti delle associazioni degli esuli»