DUINO AURISINA Un decennio di scoperte e studi sull’idrografia sotterranea del Carso è stato al centro del recente convegno promosso al teatro del comprensorio di San Giovanni dalla Commissione Grotte “Eugenio Boegan” della Società alpina delle Giulie sezione di Trieste del Cai e dal Dipartimento di Scienze geologiche, ambientali e marine dell’Università. Ad aprire il congresso, moderato dal direttore del Disgam Franco Cucchi e dal presidente della Cgeb Louis Torelli, l’autore di importanti approfondimenti sul Timavo Mario Galli, che ha tracciato un quadro complessivo sulle ricerche svolte sia nel campo speleologico che geoidrologico, evidenziando la necessità di realizzare con gli studiosi sloveni un coordinato programma di esperimenti di marcatura e di perforazione piezometrica di Opicina, le “finestre” che raggiungono l’acqua sotterranea del Carso. Ha preso poi la parola Luciano Filipas, promotore dei lavori nella Grotta di Lazzaro Jerko (tema dell’appuntamento, ndr), il quale ha invece posto l’accento sugli interventi da realizzare per rendere la cavità permanentemente accessibile. Quindi la relazione di Matej Kravanja del Gruppo grotte di Divaccia e l’illustrazione di Paolo Forti, docente di geomorfologia e speleologia all’Università di Bologna, dei parametri chimico-fisici che caratterizzano le acque carsiche. Franci Gabrovsek, ricercatore dell’Istituto di ricerche carsiche di Postumia ha parlato del Timavo sotterraneo, mentre Luca Zini, ricercatore al Dipartimento di Scienze geologiche di Trieste, ha esposto le nuove acquisizioni sulla geologia carsica. Quindi Sergio Dolce, direttore del Museo civico di Storia naturale, sull’interpretazione dei traccianti biologici nelle acque sotterranee. (t.c.)