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I quadri restaurati non sono più il pomo della discordia (Voce del Popolo 22 gen)

È di capitale importanza nell’informazione, la verifica delle fonti. Leggiamo in questi giorni, dopo la visita del presidente Türk in Italia, “diverse” notizie sulla vicenda dei Capolavori restaurati dal Governo italiano, esposti a Trieste nell’ambito della Mostra Histria qualche anno fa grazie ad un progetto dell’ANVGD – all’inaugurazione era intervento l’on. Sgarbi – ed ora custoditi nelle gallerie del Museo Sartorio dei Civici Musei di Trieste.

Ad ogni incontro al vertice, la Slovenia chiede che i dipinti e le sculture vengano riportati nei luoghi d’appartenenza, vale a dire nelle chiese del Capodistriano per le quali erano stati realizzati al tempo di Venezia e che la Slovenia considera ora di sua legittima proprietà. Fino all’incontro Toth-Budin, fino all’incontro del 13 luglio. Ma qualcosa è cambiato.

Lo registra molto bene il quotidiano Il Piccolo nell’articolo di Mauro Manzin, specificando: “Nessun diktat, nessun muro contro muro. Türk ha ribadito l’importanza della questione per la Slovenia ma ha proposto, mentre nelle sedi opportune si discuterà della vertenza, di far conoscere le opere oggetto del contendere all’opinione pubblica italiana e slovena, magari con una mostra a cavallo del confine che dia il modo di poter usufruire in qualche modo di questi quadri”.

A ribadire ulteriormente il concetto interviene l’on. Roberto Battelli, che ha accompagnato il presidente Türk nella sua visita in Italia e che testimonia: “Le dichiarazioni del presidente sloveno stanno facendo discutere i giornali nazionali. Negli articoli, a proposito delle opere restaurate, appaiono diverse inesattezze ma tutto ciò non preoccupa visto che il presidente Türk, anche nel suo intervento a Roma è stato molto preciso su questo tema. Non ha pronunciato in nessun modo il termine restituzione, per sua precisa scelta. Tutto ciò nasce da un dibattito affrontato precedentemente, anche nell’ambito della Commissione Minoranze, su concetti che il Presidente ha fatto propri. Per esempio la definizione di queste opere come patrimonio della cultura veneta ed italiana ora su territorio sloveno. È un passo avanti e come tale va considerato. L’altro aspetto importante, l’aver proposto di individuare una forma adeguata che renda merito a queste opere e le metta a disposizione delle genti del territorio. Credo abbia sottolineato in questo modo la più ampia disponibilità a riflettere insieme sulla soluzione da adottare”.

Sempre ieri l’altro, durante la conferenza stampa svoltasi all’Unione degli Istriani e i cui contenuti sono stati riportati dalle agenzie, si legge che: “L’Unione degli Istriani ha rese note, e criticato aspramente, alcune richieste che Lubiana avrebbe avanzato nel corso dei colloqui di lunedì e martedì. Türk – secondo l’Unione – ha chiesto la restituzione delle opere d’arte che si trovano al Museo Sartorio di Trieste, aggiungendo che sarebbe un gesto di pacificazione. Ma il sottosegretario Alfredo Mantica – ha ribadito il presidente Massimiliano Lacota – mi ha garantito che le opere rimarranno in Italia, e dobbiamo avere questa certezza’’.

Un botta e risposta, tra certa stampa slovena e l’Unione “che non preoccupa” – afferma Battelli. E aggiunge: “Le cose comunque procedono secondo un loro corso, che in questo momento è più che positivo. Abbiamo assistito a colloqui che schiudono a distensione e collaborazione confermando la validità di un lavoro capillare che non si ferma mai, portato avanti spesso senza clamori ma che non manca di produrre risultati ed è ciò che più conta, insieme vogliamo andare avanti”.

Rosanna Turcinovich Giuricin

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