I rappresentanti Anvgd non votarono a favore del Trattato di Osimo

Si rendono nuovamente necessarie alcune precisazioni di fronte ad affermazioni apparse sulla pagina Facebook dell’Unione degli Istriani, autorevole associazione degli esuli adriatici la cui attuale dirigenza, però, ha una conoscenza incompleta della storia dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

L’Anvgd ha spesso avuto suoi rappresentanti di spicco presenti all’interno dei consessi elettorali, come del resto fanno numerose organizzazioni, mentre altri preferiscono conferire premi e riconoscimenti ai rappresentanti istituzionali di destra o di sinistra appena entrano in carica. La Democrazia Cristiana ha costituito nell’immediato dopoguerra l’interlocutore privilegiato per gli esuli istriani, fiumani e dalmati, poiché era un partito patriottico e dichiaratamente anticomunista. Ovviamente ci fu anche chi trovò opportunità e visibilità all’interno di altri partiti, ma la Dc fu quella che dette con maggiore assiduità spazio ai rappresentanti dell’Anvgd così come di altre associazioni degli esuli, Unione degli Istriani compresa. Nel momento in cui la Dc cominciò a scivolare verso il centrosinistra e ad aprirsi alle coalizioni progressiste, i rappresentanti dell’Anvgd trovarono un ambiente ancora congeniale all’interno di varie correnti, soprattutto la fanfaniana.

Le votazioni inerenti il Trattato di Osimo in Parlamento e negli enti locali avvennero negli anni del compromesso storico, con la Dc più che mai sbilanciata a sinistra. Gli iscritti all’Anvgd così come altri rappresentanti dei partiti di maggioranza compirono quindi un gesto eclatante rifiutandosi di votare seguendo la linea politica delle rispettive segreterie nazionali. Essi, infatti, non solo cercavano di portare avanti le istanze del mondo della diaspora adriatica, ma dovevano anche rispondere ad una rigida disciplina di partito, per una questione di rispetto nei confronti di coloro i quali avevano fornito l’opportunità di candidarsi e di venire eletti. Volendo differenziarsi rispetto ai rappresentanti del Movimento Sociale Italiano, i quali votarono contro, ma erano in un partito che non rientrava nell’arco costituzionale, scelsero soprattutto l’astensione o di non partecipare al voto. Si trattò di un ragionamento politico e non fu assolutamente un gesto di approvazione nei confronti del Trattato, che nessun esponente Anvgd avvallò mai col proprio voto favorevole in nessun consesso elettivo.

A Trieste si astennero perciò il consigliere regionale Mario Del Conte (Presidente del Comitato di Trieste) ed i consiglieri comunali Pietro Ponis e Bruna Piemonte Sauli (dirigenti provinciali Anvgd). Sarebbero poi stati convocati dalla commissione probiviri della Dc, mentre il Senatore Paolo Barbi (Presidente nazionale Anvgd)  si astenne ed il Deputato Giacomo Bologna (Consigliere nazionale Anvgd ed ex Presidente del comitato triestino) votò contro: entrambi i parlamentari non furono più ricandidati. Alla Camera sarebbe stato invece eletto Giorgio Tombesi, nuovo Presidente provinciale Anvgd, che fu capace di ottenere molte più preferenze nel collegio di Trieste rispetto a Corrado Belci, rappresentante della sinistra Dc morotea. Tombesi avrebbe poi votato contro il Trattato di Osimo mentre la nascente Lista per Trieste avrebbe avuto tra i suoi padri fondatori Bologna, proprio in rappresentanza della nostra associazione.

Renzo Codarin
Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

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