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I Vigili del Fuoco a Zara

di Alessandro Mella

 

con la collaborazione insostituibile di Alessandro Boris Amisich

Si ringrazia Fabrizio Apollinari per la collaborazione

un ringraziamento speciale al protagonista: Mario Amisich!

 

NOTA INTRODUTTIVA

Poter dialogare con un collega dei corpi d'Istria e Dalmazia è sempre un esperienza importante per ricostruire la storia non facile ed a tratti tormentata dei Vigili del Fuoco in quelle bellissime terre. Il Corpo di Zara che si salvò con quello di Spalato per merito del suo comandante, le incursioni sulla bella città e le difficili vicende del dopoguerra riemergono nei ricordi di è Mario Amisich da Zrnovnica.

 

"Il numero delle bombe lanciate è rilevante per una cittadina tanto piccola (si calcolano circa 200) ed hanno colpito un po' dappertutto: caserme, baracche, opere portuali, navi, pescherecci, laboratori, case di abitazione, l'ingresso di un rifugio, strade e calli […]. Gli aerei hanno inoltre mitragliato il centro della città".

Arturo Battara

 

COME SI AVVICINO AL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO?

In riferimento alle domande postemi dal collega Mella,relative ai miei ricordi sulla vita del Comandante Arturo Battara,sia come Comandante del 96° corpo Spalato che del 94° corpo Zara,cercherò di ricordare a grosse linee quanto più possibile.
Incomincio col dire che il mio arruolamento nel 96° Corpo dei Vigili del Fuoco fu puramente casuale,e mi spiego meglio:ero uno di quei giovani "amanti della divisa militare" e nel 1941 mi trovavo a Sinj (Segna) in veste di "mascotte" del 4° Reggimento Artiglieria della Divisione “Bergamo” comandata dal Col.Gay ,il quale ad intensificarsi della lotta partigiana pensò bene di farmi rispedire (naturalmente accompagnato dai Carabinieri) a Spalato.
Non ho mai saputo dell'iter seguito del Col. Gay per farmi arruolare nei VVF. Ritengo salvo eventuali smentite di detenere il record di Vigile del Fuoco più giovane ad aver prestato regolare servizio a soli sedici anni.
Nel 1942 ricevetti una lettera da parte delle organizzazioni partigiane di Zernovica dal seguente tenore:

Passa con noi e porta con te più armi che puoi o altrimenti ti faremo fuori.

Una volta letta la lettera, corsi immediatamente dal Comandante Battara per consegnargli la stessa ed egli si recò subito in Prefettura a Spalato per conferire con il Prefetto (mi pare si chiamasse Tacconi ) e presero la decisione di trasferirmi il giorno seguente dal 96°di Spalato al 94° di Zara;dove il C.te Battara dopo l'occupazione dei titini,e dopo aver ceduto il Comando dei vigili di Spalato (ma più che dei vigili, della Caserma e dei materiali ed mezzi antincendi, all'ex Comandante dei vigili Yugoslavi che se ben ricordo si chiamava Ing. Tudor)fece rientro in quanto sua sede naturale.
Durante il viaggio di rientro (rimpatrio) fu fermato con tutta la famiglia da partigiani Yugoslavi e fu tenuto sotto sorveglianza dei titini fino all'espletamento delle indagini sul suo passato. Raccontò una volta liberato di essere stato trattato umanamente,grazie anche al rapporto che il comandante dei pompieri Yugoslavi di Spalato,ossia il suo successore,fece nei confronti del comandante Battara,una particolare menzione,l'ing. Tudor sottolineò nel suo rapporto diretto agli investigatori, la coerenza e l'onesta' del comandante fattore che agevolo il suo rilascio.

LEI FU IN FORZA AL 94° CORPO ZARA, CHE RICORDO NE CONSERVA?

Il più doloroso fu quello dell'atroce morte del Vigile del Fuoco Leoni, dopo tanti giorni di agonia, incastrato tra i massi del terrapieno del bastione (crollato), ossia delle mura che racchiudevano la città, morì senza che i colleghi potessero liberarlo.

Ricordo anche il trasferimento da Zara al 16° Corpo VVF di Brescia, che avvenne nel marzo del 1944 con la navetta “Sansego” che faceva rotta da Trieste a Zara.
Durante il viaggio notturno,(onde evitare l'attacco aereo),ricordo una curiosità, il viaggio mi sembro tanto lungo "interminabile"(il traghetto si fermava molto spesso). Domandai al Capitano Tommaso Tornago (Comandante cedente del 94° VVF al subentrante Comandante Battara)1 dicendogli:

“Sig. Comandante,ma quando é che arriveremo a Trieste?”

ed egli mi fece cenno col dito sul naso,di star zitto e di non chiamarlo comandante (lui viaggiava con un permesso fasullo essendogli stato approntato da un Capitano dell'Esercito Italiano,il quale pur di non essere deportato si mise agli ordini dei tedeschi e frequentando il Comando Tedesco,riuscì in qualche maniera a timbrare un pezzo di carta,che,poi divenne un regolare lasciapassare per l'Italia).
Una volta giunti a Trieste, trascorsi una notte nella caserma dei VVF di quella città ,e la notte seguente fu intrapreso il viaggio per Venezia,anche qui passai una notte,e la seguente partimmo verso il 16° Corpo VVF di Brescia.
Non passo molto tempo,che un giorno un ufficiale mi disse, di andare al comando tappa, perchè qualcuno desiderava vedermi.
Il comando tappa era un ufficio che faceva parte del comando VVF di Brescia, sito in via Milano,e qui mi reincontrai con il mio padre d'anima,con la mamma Alma e con le mie care sorelline,Luana e Gianna. Era una cosa così famigliare e carica di commozione,che non saprei da dove iniziare il racconto.

 

LEI EBBE MODO DI CONOSCERE DA VICINO L'EROICO COMANDANTE BATTARA, GIA' AUTORE DEL RIPIEGAMENTO DEL 96° CORPO SPALATO, CHE RICORDO CONSERVA DI QUESTO UFFICIALE?

Dopo il trasferimento a Brescia il Comandante Battara fu assegnato alla Scuola Centrale dei VVF con sede a Chiari (Bs) ed in seguito trasferito a Piacenza dove nacque la terzogenita Daniela ora residente, come la Gianna a Roma,e da poco tempo è mancata la più anziana Luana.
Dopo un certo periodo trascorso a Piacenza, il Comandante Battara ebbe il trasferimento alle Scuole Centrali dei VVF a Capannelle ( Roma) dove per raggiunti limiti di età fu collocato in pensione,visse quindi a Roma nel villaggio Dalmata,dove già pensionato,non si rassegnò ad abbandonare la preparazione dei giovani sia nel ramo atletico che in attrezzistico. Una delle figlie,la secondogenita Daniela per un certo periodo segui le orme del padre e praticò l'atletica leggera con apprezzabili risultati.

Ricordo un atto straordinario del mio comandate Battara che da giovane ed aitante atleta (noto a tutti a Zara!) salì un giorno per scommessa sul campanile di San Donato a Zara ed eseguì la verticale che gli valse un appartamento in città poco prima di sposarsi!

A causa dei noti eventi storici, la Direzione Generale dei Servizi Antincendi della Repubblica Sociale si trovava in quel momento a Brescia ospite del corpo locale. Le Scuole Centrali erano temporaneamente collocate nelle Scuole Elementari di Chiari (nda).

C'E' QUALCHE COLLEGA CHE RICORDA PARTICOLARMENTE?

Non sarò in grado di menzionare tutti gli ex colleghi e superiori conosciuti nel corso della mia permanenza nel Corpo dei VVF. Parto da Spalato: Gligo (un uomo di origini ERZEGOVESE)molto onesto e preciso come una bilancia, il Brig. Bencina Triestino, il Ten Zucchi Libero (Orzinovi) Brescia, il Bralich (Spalatino), De Toma Spalatino,Turiani da Teramo in servizio a Spalato; Volpato da Venezia; Saccon da Venezia; Nicolini da Ancona, Il Brig. Schittarelich con il fratello Spiro, Giuseppe Bercich, Razbovski, Ezio Soppa, Mutarelli, i fratelli Zane e Romano, Innocente Figoli, Antonio Hmlaf, Andrea Ciurcovich, Nade, il Casini proveniente da Pesaro, il Brigadiere Ferrari di Bergamo, Antonio Raggi (padre del Generale di Corpo d'Armata e pittore Raggi Karuz) e così via.

Il Sig. Amisich cita nomi di colleghi di altri corpi. La cosa non deve stupire giacchè tra il 1941 molti corpi d'Italia inviarono in missione in Dalmazia mezzi e uomini per presidiare il Corpo di Spalato come si faceva anche per Cattaro e Lubiana (nda).

C'E' QUALCHE ANEDDOTO CHE RICORDA PARTICOLARMENTE?

UN EPISODIO UMANITARIO…..

Nei giorni successivi l'8 settembre 1943 (capitolazione delle nostre Forze Armate) una sera conobbi due giovani militari: Piero Trecani e Gigi Solari,il primo originario di Castelletto di Leno ed il secondo di Asola (BS).
Questi ragazzi cercavano in qualche modo di farsi passare come VVF (poichè i VVF erano ben visti da parte dei Tedeschi) onde evitare di essere reclutati o magari deportati in Germania o spediti al fronte contro i partigiani di Tito.
Compresi subito la loro posizione e ricordandomi di cosa era successo a me, in accordo con il comandante,aiutammo i due ragazzi. A Piero Trecani consegnai una delle mie divise e qualcun altro fece altrettanto
con Gigi Scolari; questi due ragazzi ottennero i documenti di viaggio (falsi) per il trasferimento dal 96° Corpo al 16° Corpo VVF;essi non misero mai piede in caserma a Brescia,ma appena arrivati a casa bruciarono i documenti e penso anche le divise, e non si scordarono,una volta che il sottoscritto era giunto a Brescia di venirlo a trovare.
Tanto che una domenica mattina il papà di Piero Trecani venne a trovarmi usando come mezzo di trasporto un bellissimo calesse, volle parlare con il Comandante per chiedergli se poteva concedermi qualche giorno di permesso onde potermi ospitare a casa sua a Castelletto di Leno,ma prima ancora di ripartire da Brescia (dopo aver ricevuto una settimana di vacanze da trascorrere nella casa dell'amico Treccani).
Avendo egli avuto un suo parente, (penso che fosse uno zio o comunque un parente stretto) proprietario di un negozio di calzature ,ci recammo a fargli visita (era un pretesto) e gli fu detto:

Questi è colui che ha salvato il nostro Pierino, adesso tira fuori un buon paio di scarpe per regalarle a questo caro amico.

Gigi Solari uno dei giovani militari, salvati dai VVF di Zara, morì molto giovane (era già molto malato) mi ricordo che soffriva di ulcera allo stomaco, era un ragazzo di buona e benestante famiglia, di allevatori di bovini,mentre il papà di Piero Trecani era un macellaio l'unico di Castelletto di Leno.
Il Trecani ebbi l'occasione di rivederlo verso 87? 88? a Sirmione del Garda,dove si era definitivamente trasferito.

ZARA FU PIU' VOLTE BOMBARDATA CON FEROCIA, RICORDA LE INCURSIONI SULLA CITTA'?

Ricordo la distruzione del ricovero antiaereo di Cereria,centrato in pieno,durante un incursione aerea notturna.
C'erano un infinità di banconote sparse sul territorio adiacente, c'erano borse e borsette contenenti i valori preziosi, catenine, orologi, fotografie dei propri cari,e tanti cadaveri mutilati.
Scene orrende che non auguro a nessuno di vedere mai, ma noi dovevamo (ed era il nostro dovere) recuperare le vittime e se possibile portare il soccorso alla povera gente.

In seguito ai feroci bombardamenti (54) ed incursioni che distrussero quasi completamente la città,il comando con tutti i vigili (senza famiglia) si trasferì,coi pochi mezzi ancora efficienti nei rifugi situati nei pressi della villa di S.Antonio, a nord di Zara,ed a pochi chilometri dalla città. Da lì non potevano far altro che assistere ai bombardamenti e mitragliamenti ad opera degli aerei Angloamericani. Anche i nostri ricoveri sotterranei furono presi di mira e quotidianamente mitragliati ed il resto dei mezzi distrutti o inutilizzati.

Mi trovai anche davanti ad un un asilo infantile completamente distrutto con tanti cadaverini mutilati,inseguito di un bombardamento diurno. Un ricordo terribile!

DOPO LA GUERRA LEI LASCIO LE TERRE D'ISTRIA E DALMAZIA IN SEGUITO ALL'ESODO, IN QUALE CORPO TRANSITO' ?

Il sottoscritto,subito dopo la guerra negli anni 50, si arruolò nell'Esercito Italiano,ma prima di arruolarsi partecipò quale SMINATORE alla bonifica dei campi minati approntati durante la guerra dall'Esercito Tedesco .Mi assegnarono all'arma del Genio in virtù della mia conoscenza degli esplosivi. Ho frequentato la Scuola per sottufficiali (1952) di Rieti,con esito positivo e promosso sergente, fui assegnato al 1° Btg. Genio Sminatori di Udine. Conclusi la mia carriera militare nel 1979 (a domanda) con il grado di Maresciallo Maggiore "aiutante".

C'E' QUALCOSA CHE VORREBBE TRASMETTERE AI VIGILI DEL FUOCO DI OGGI?

Oltre all'ammirazione che nutro verso la loro maltrattata categoria di servitori dello stato in servizio 24 su 24, pronti ad intervenire ed a correre in soccorso di chiunque ed in qualsiasi momento ed oltre ad essere un loro sincero ammiratore, apprezzo la loro professionalità ed abnegazione, sacrificio, talvolta pagato con la vita.
Mi piacerebbe sapere e me lo auguro, che il nuovo governo possa riesaminare le loro competenze (misere) finanziarie.
In conclusione, mi sento uno di loro nonostante siano trascorsi molti anni dacchè ho smesso sia la divisa dei VVF sia quella militare dell'Esercito Italiano.

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