Sta per avere inizio a Torino il ciclo di lezioni, dialoghi, proiezioni e concerti intitolato “Identità oltre confine” a cura della Fondazione Circolo dei Lettori in collaborazione con l’Assessorato all’Emigrazione della Regione Piemonte.
Mercoledì 24 novembre ore 21 | Cinema Massimo, sala 3
Fertilia Istriana
Il documentario sulla nascita della piccola Istria di Sardegna
introduzione di Sergio Toffetti e delle sceneggiatrici Francesca Angeleri e Daniela Piu
video saluti della regista Cristina Mantis
Alle soglie del 2021, Fertilia è ancora una piccola Istria. Vi troneggiano edifici di stampo fascista costruiti dal regime nel 1936 per accogliere la popolazione in eccesso del ferrarese, destinata poi dal 1947 ai profughi giuliano dalmati. Qui la storia dell’esodo fu, in contro tendenza, storia d’accoglienza. Il palpito degli esuli che giunti a Fertilia in quegli anni ancora la abitano, viene raccolto dalla giornalista Francesca Angeleri, nipote di esuli, che si perde nelle vie intitolate alle città istriane, ritrovando un pezzo della sua stessa storia. Il documentario si addentra nelle vicende che dalla sua nascita l’hanno portata a oggi, anche attraverso il fil rouge del cibo. Come in Magna Istria, la preparazione di ricette istriane qui riviste spesso dalla tradizione sarda, rendono possibile l’esercizio della memoria del doloroso esodo e la non meno faticosa integrazione dei profughi che vi trovarono rifugio, fino a ad arrivare a sentirsi a casa. Perché, a differenza di quello che successe in altri luoghi, in questa parte di mondo germogliò l’albero dell’accoglienza, che favorì l’integrazione e la rinascita, facendo di Fertilia esempio vincente d’incontro di culture che qui si tesero e si tendono la mano: la sarda e la giuliano-dalmata, l’algherese e la ferrarese. Il racconto a Fertilia riannoda fili emotivi a partire dagli oggetti più semplici e cari appartenuti a quei profughi, come quelli trovati in un annuncio che muovono la protagonista verso l’isola o quelli custoditi in un Museo della Memoria dell’esodo, assolutamente vibrante di quel tempo doloroso.
Lunedì 29 novembre ore 18:30 | Circolo dei lettori
L’impresa di Fiume e il confine orientale
> ore 18.30 | Lezione di Giordano Bruno Guerri. Dalla “vittoria mutilata” all’impresa di Fiume, 5000 giorni di rivoluzione dannunziana e le vicende del confine orientale fino ai nostri giorni.
> ore 21.00 | Il documentario Il poeta che volle farsi re
Il filmato, girato anche a Fiume, offre una ricostruzione storica dell’avventura dannunziana, e allo stesso tempo una dissacrante esplorazione politica della fascinazione per la figura del dittatore-vate. Pubblicata mediante lettura da Gabriele d’Annunzio la sera del 30 agosto 1920 dal palco del Teatro della Fenice la Carta mette in scena la Reggenza italiana del Carnaro. Il gonfalone rosso della piccola repubblica è attraversato da uno dei suoi motti preferiti: “Quis contra nos?”. In effetti, lui, il comandante, grande protagonista, contro di sé ha davvero tanti, una variegata moltitudine, se non proprio quasi tutti.
Mercoledì 15 dicembre ore 21 | Circolo dei lettori
Il martirio di Norma
Cantata per Norma Cossetto, studentessa istriana caduta per la Libertà
musica di Luigi Donorà su testo di Luca Dorizzi
Cantata da Camera per Soprano, Baritono, Voce Recitante, Quartetto d’Archi e Pianoforte.
La Cantata è stata scritta in onore e memoria di Norma Cossetto, studentessa istriana caduta per la Libertà. L’assassinio di Norma si consumò nella notte tra il 4 e il 5 novembre 1943 assieme a quello di altre venticinque persone. Il suo cadavere venne estratto dalla foiba di Villa Surani il 10 dicembre dello stesso anno. Secondo la ricostruzione di autorevoli storici la ragazza fu ripetutamente violentata e successivamente le furono pugnalati i seni e penetrata nella vagina con un oggetto di legno, rinvenuto sulla salma. Su denuncia di Licia Cossetto, sorella di Norma, i soldati tedeschi catturarono sedici partigiani che avevano partecipato alle sevizie e li costrinsero a vegliare tutta una notte la salma di Norma, per poi fucilarli all’alba del giorno successivo: di questi, tre partigiani impazzirono nel corso della notte. La vita e soprattutto la morte di Norma – o meglio le ragioni delle violenze subite e della sua uccisione – continuano tuttavia a essere oggetto di interpretazione politica, in particolare il suo presunto legame diretto con il fascismo. Ricerche d’archivio avvalorano di contro la tesi che Norma ha sempre dimostrato un totale disinteresse per la politica e la non militanza fascista. Norma, come molte altre centinaia di donne e uomini infoibati, è stata uccisa perché colpevole di abitare un’area geografica oggi divisa tra Italia, Slovenia e Croazia. Non da ultimo, la drammatica vicenda di Norma Cossetto è riconducibile all’altrettanto drammatico fenomeno che oggi conosciamo con il nome di femminicidio.
PROSSIMAMENTE …
> L’italiano come lingua di confine con Diego Marani
> Le ragioni dell’esodo e l’eccidio degli istriani-italiani con Gianni Oliva e Fausto Biloslavo
Prenotazione consigliata scrivendo a prenotazioni@circololettori.it
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