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Il ‘300 a Trieste riapre il Castello di San Giusto (Ansa 13 lug)

DOPO UN LUNGO RESTAURO DAL 30 LUGLIO DOCUMENTI E OPERE D'ARTE (ANSA) – ROMA, 13 LUG – Una grande mostra sul Trecento inaugura il 30 luglio a Trieste il Castello di San Giusto, oggetto negli ultimi anni di un radicale intervento di restauro. Per raccontare il Medioevo nel capoluogo giuliano saranno riunite splendide testimonianze di arte, oreficerie, arredi, mentre un itinerario attraverserà la città guidando il visitatore nei luoghi più caratteristici e suggestivi, dove le memorie del XIV secolo sono ancora vive. Intitolata Medioevo a Trieste. Istituzioni, arte, società nel '300, l'importante esposizione mette a fuoco un periodo ancora poco indagato, ma che segnò in modo decisivo i destini cittadini. Nel '300, spiega il presidente del Comitato scientifico che ha coordinato l'iniziativa, Paolo Cammarosano, "prese salda fisionomia una compagine di famiglie che organizzarono produzione di leggi e amministrazione della giustizia, difesa militare, gestione urbanistica e controllo del territorio, coordinamento tra economia pubblica ed economia privata". E se il rapporto, "antico, ma sempre intenso, con l'autorità dei vescovi, conobbe tensioni e riconciliazioni", prosegue lo studioso, il gioco politico consistette in "un continuo bilanciamento tra potenze esterne e più forti: Patriarcato di Aquileia, conti di Gorizia, Repubblica di Venezia, e i duchi d'Austria che infine vinsero". Infine, "la produzione artistica si aprì agli influssi di Venezia e della Lombardia" con esiti importanti, come illustreranno i contenuti della mostra e i capolavori custoditi nelle chiese e nei musei e che costellano l'itinerario della Trieste medievale. Negli spazi del Castello di San Giusto, cuore della città trecentesca da cui si dipartono i percorsi turistico-culturali, l'allestimento si snoda attraverso le immagini urbanistiche e le planimetrie della città antica, le opere d'arte, le oreficerie, le armi, le suppellettili di uso comune, le epigrafi e le monete, tutti integrati con una raccolta singolarmente ricca di documenti scritti, dai codici più solenni ad atti di natura privata, lettere diplomatiche e registri delle pubbliche amministrazioni, non solo di Trieste ma anche di Venezia e delle cittadine del Patriarcato di Aquileia, così da dare un'immagine precisa dell'"esplosione documentaria" del tardo medioevo. E proprio questo è tra gli aspetti che integra a pieno titolo la storia di Trieste nella civiltà comunale italiana, in quel Trecento che oltre a produzioni letterarie e artistiche di livello altissimo e risonanza universale, ebbe comunque il suo humus in una diffusa cultura, nelle tensioni sociali e politiche e nelle esperienze di governo che segnarono tutte le città. Per tutte, il XIV secolo rappresentò una maturazione e uno snodo fondamentale verso i destini dell'età moderna e Trieste ne offre un caso al tempo stesso singolare ed emblematico. (ANSA).

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