Il campanile di Gallesano: arte e aneddoti

Nei paesi a predominante tradizione cristiana, il paesaggio è inimmaginabile senza la statuaria presenza dei campanili. E se a volte, nelle grandi città, si confondono tra i palazzi, nelle località più piccole sono inconfondibili, diventano i marker visivi del luogo, autentici dominatori architettonici dell’orizzonte visivo.

Per secoli i rintocchi delle loro campane hanno scandito i ritmi della vita comunitaria, e ciò in vari momenti: la convocazione dei fedeli alla messa, l’avviso di battesimi, matrimoni, funerali, ma anche di pericolo, allarme, incendi, tempeste. Dipendemente dalle occasioni variavano l’intensità, la velocità e il tipo di suono. Ancora oggi il suono delle campane viene usato per indicare l’ora.

Una delle occasioni più ricorrenti, a frequenza quotidiana, era il suono delle campane per l’angelus (Angelus Domini nuntiavit Mariae), la preghiera a Maria recitata in ricordo del mistero dell’Incarnazione, alle sei del mattino, a mezzogiorno alle sei di sera. Si trattava di momenti solenni, di raccoglimento dei fedeli, come ben illustrato, con un magnifico gioco di luci, nel famoso dipinto L’angelus (1857-59) di Jean-François Milletcon la preghiera che interrompe il lavoro nei campi, i contadini raccolti in preghiera – con convinta obbedienza – in primo piano, il campanile in lontananza e la solennità della fede che sembra permeare tutta la scena.

Anche la letteratura mondiale trabocca di campanili, tanto per fare qualche esempio, essi compaiono anche nelle poesie di Arthur Rimbaud, Giovanni Pascoli e Federico Garcia Lorca.

Ai campanili della nostra penisola l’ ex giornalista Just Ivetac ha dedicato un libro nei quali li descrive quali punti esclamativi dell’Istria („Istarski uskličnici“).

Avvicinandoci a borghi quali Rovigno, Dignano, Buie sono proprio i campanili ad indicarci che stiamo procedendo nella direzione giusta. A Gallesano, provenendo da sud, dalla piazza, il campanile sembra addirittura chiudere il passaggio, come se volesse dire „qui comando io“. Infatti, per passargli accanto e procedere in direzione di Dignano, la strada gira  repentinamente a sinistra, tracciando una curva quasi a gomito.

Foto: Istra24

In questi giorni il campanile di Gallesano è soggetto a lavori di restauro che si concluderanno tra sei mesi circa. Stando alla descrizione che ne fa Corrado Ghiraldo nel suo saggio „Chiese esistenti o crollate nel territorio di Gallesano“ pubblicato nel XXXVI volume degli Atti del Centro di ricerche storiche di Rovigno, si trova poco distante dalla piazza centrale, adiacente all’angolo nord-occidentale della chiesa parrocchiale di San Rocco. La chiesa è stata costruita nel 1613, la costruzione del campanile è iniziata nello stesso secolo, ma si è conclusa solo nel 1867, quando al corpo quadrangolare è stata aggiunta una copertura a cuspide (la piramide della cima) che sormonta una piccola torre ottagonale (prisma), costruita nel 1867, con quattro pinnacoli in ognuno degli angoli della torre campanaria principale.

Con pianta quadrangolare di 5 metri di lato, alto 36 metri, dal punto di vista decorativo il campanile di Gallesano presenta una serie di elementi interesssanti. Al piano terra, sopra il portone in legno preceduto da un largo gradino in pietra, è collacato uno stemma episcopale con un leone in pietra andante a sinistra; probabilmente è quello del Vescovo di Pola Giulio Saraceno che nel 1634 consacrò la chiesa.

Al primo (sul lato sud) e al secondo piano (sul lato ovest) si trovano delle finestre rettangoalri (larghe 20 e alte crica 50 cm), mentre al terzo piano, sul lato sud si una finestrella ad arco a tutto sesto alta 65 cm circa e larga 30 cm circa.

L’arco rimanda allo stile romanico che poi si ripete nelle finestre bifore alte 170 cm e larghe 230 cm che si trovano su ognuno dei lati della cella campanaria al quinto piano. Delle tre campane di un tempo, oggi ne sono rimaste due.

Il quarto piano presenta un’ulteriore particolarità, infatti sul suo lato sud si trova un’orologio circolare, con numeri romani.  Non funziona da oltre mezzo secolo ma, come ci ha annunciato la vicesindaca di Dignano Diriana Delcaro Hrelja,  la sua funzionalità verrà ripristinata con gli attuali lavori di restauro.

Un ulteriore elemento decorativo sono i cinque marcapiani orizzontali sul corpo a torre del campanile. L’occhio non sempre registra tutti i dettagli ma coglie l’eleganza del complesso, e sono proprio questi marcapiani a conferirgliela.

„Da ragazzini non vedevamo l’ora di suonare le campane“, ci racconta Fulvio Delcaro, „era un po’ come stare sull’altalena con la corda che, una volta tirata verso l’alto per inerzia dalla campana, ci sollevava da terra. Spesso salivamo fino in cima, su quella che noi chiamavamo „barconada“ a guardare il bellissimo panorama, a riconoscere dall’alto i nostri luoghi, ma negli ultimi anni non si poteva più salire perché le scale erano diventate pericolanti.”

Delcaro ci racconta anche una diceria scherzosa legata al campanile di Gallesano: alcuni tra gli abitanti decisero di spostarlo verso destra perché stava in mezzo alla strada. Prima di iniziare con il lavoro, si tolsero le giacche, le appoggiarono proprio sul lato destro e iniziarono a spingere da sinistra verso destra. In quel momento uno che passava di là rubò le loro giacche. Quando si accorsero che non c’erano più, uno di loro disse che spostandolo verso destra il campanile aveva coperto le giacche, per cui decisero di spingerlo di nuovo indietro al suo posto originale per recuperare i loro indumenti.

La chiesa di San Rocco, costruita, come detto, nel 1613, è diventata parrocchiale nel 1670, quando il vescovo di Pola Bernardino Corniani istituì la nuova parrocchia di Gallesano. Fino a quel momento, la chiesa principale era stata la cimiteriale di San Giusto. Quella di San Rocco è una basilica romanica a tre navate con abside triangolare. Al suo interno di trova il bellissimo altare con statue di marmo raffiguranti i santi Paolo e Pietro, attuali patroni del luogo dopo che prima lo era stato San Giusto.

Per quanto sia un borgo piccolo, nel corso della sua storia Gallesano ha avuto ben 19 chiese. Nel testo già citato di Ghiraldo compaiono la Beata Vergine Maria Immacolata Concezione detta “Madona dela Conceta”, “La Capeleta”, San Biagio, San Giovanni, San Giuseppe, San Giusto, San Lauro, San Mauro, San Pellegrino, ben due San Pietro, San Rocco, San Silvestro, Santa Barbara, Santa Lucia, Sant’Antonio Abate, San Zeno ed altre due costruzioni delle quali non si conosce esattamente il nome. 

Silvio Forza
Fonte: Istra24 – 10/11/2023

 

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