ANVGD_cover-post-no-img

Il Circolo istria apre ai giovani del territorio (CDM 26 gen)

TRIESTE – C'è una parte dell'associazionismo degli esuli che per vocazione, per esperienza storica e per innato spirito di lungimiranza è capace di leggere ed interpretare il tempo che rapidamente scorre e che spesso rappresenta il grande metro di paragone. Il Circolo Istria nei giorni scorsi ha riunito il suo Direttivo in una sala del Museo della Civiltà Istriana con il chiaro intento di lanciare l'ennesimo segnale alla nostra gente.

L'obiettivo è stato quello di rimettere in discussione l'operato e lo sguardo sugli anni a venire. Molto è stato fatto durante l'attività pluridecennale del Circolo con risultati culturali sedimentatisi con cura negli strati della dimensione d'incontro. Tuttavia Circolo Istria – la storia dei suoi soci ne è chiara immagine e nobile dimostrazione – significa soprattutto capacità d'evoluzione dei messaggi culturali con spiccate virtù nel concretizzare. Così Dorigo, Scropetta e gli altri hanno azzerato la forma di pensiero e attraverso alcune mazziniane decisioni hanno voluto dimostrare che riunire è possibile.

“C'è una dimensione che a noi sta a cuore e che è quella legata alla terra. Terra intesa come suolo, come fonte di vita, come strumento per conoscere le diversità. Terra come pianeta, come universo da difendere dai continui attacchi delle inutili forme di globalizzazione sfrenata, contro il profitto, nella salvaguardia degli antichi rapporti tra lei e l'uomo” ha voluto sottolineare il Presidente Livio Dorigo nel suo discorso d'apertura.

“E' l'occasione più importante per il Circolo forse di tutti gli ultimi trent'anni. E' scaduto il nostro statuto e il momento è fondamentale per rimetterci in cammino cambiando ciò che i tempi ci obbligano a cambiare. Per statuto dobbiamo decidere se andare avanti con le nostre attività oppure scegliere la nostra morte culturale. Chiaramente la seconda ipotesi non è stata minimamente presa in considerazione perché ci riteniamo obbligati a proseguire il nostro lavoro”.

Dorigo ha voluto poi soffermarsi su alcune considerazioni di fondamentale importanza per il Circolo e per i rapporti che lo stesso intraprende da anni. “Apriremo il Direttivo ad alcune persone giovani, quello di cui abbiamo più bisogno. Abbiamo nuovi soci come la signora Carmen Palazzolo de Bianchi che farà parte del Direttivo e che ci darà il suo prezioso contributo. Abbiamo bisogno di guardare avanti, di rinsaldare amicizie con le componenti culturali di una terra che storicamente è soggetta a cambiamenti e a valutazioni da parte della gente che vive il suo presente, che ha vissuto il suo passato e che vuole fortemente vivere il suo futuro”.

“Noi siamo convinti che vivere la dimensione della terra sia il modo migliore di cui disponiamo per serenamente imparare a rispettarla. La tutela delle risorse genetiche autoctone, il recupero ad esempio di ecotipi di ape istrodinarica o pannonica mediterranea nella fascia litoranea dell'Adriatico orientale attraverso la collaborazione delle strutture tecnico scientifiche e produttive tra le regioni interessate fra Italia, Slovenia e Croazia. Sono alcuni punti che ci stanno più a cuore come la continua valorizzazione del Parco della Concordia, la reintroduzione di bovini di razza autoctona ma oggi sempre più soggetti a rischi concreti di appiattimento demografico. Andremo in Calabria per prendere cinque bovini volti alla riproduzione e che avranno un chiaro ruolo volto alla procreazione, alla vita e alla sua meravigliosa forma d'espressione”.

Dorigo ha poi voluto annunciare che il Circolo Istria sbarcherà nella sua terra originaria.

“Da anni siamo impegnati per mantenere i rapporti con le Comunità degli Italiani ovunque esse siano dislocate. Da decenni pensiamo che gli attriti siano frutto del tempo e che oggi, le possibilità che il cambiamento del pensiero ottuso in uno maggiormente flessibile ha prodotto, devono esser colte in tutta la loro forza. Per questo apriremo la seconda sede del Circolo a Buie in un futuro non troppo lontano. Il Buiese è di grande importanza per noi stessi perché da anni abbiamo cementato intensi legami, amicizie e vie condivise. Forse è questa la notizia, questo lo slancio meraviglioso di cui oggi vogliamo essere orgogliosi. Per noi il confine ormai non esiste veramente più”.

Nicolò Giraldi

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.