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Il Circolo Istria per tre grandi (CDM 19 ott)

TRIESTE – Ci sono modi e modi per dar spazio alla dimensione culturale. Ci sono eventi che non hanno bisogno di presentazioni e che possiedono elementi distintivi ed originali capaci di dar vita a forme di comunicazione diverse dalle solite. E' il caso ( lo stiamo dicendo da parecchio tempo) delle attività del Circolo di Cultura Istro – Veneta “Istria” che da anni ormai prosegue il proprio sentiero con obiettivi a lungo termine. Un Circolo che ha in Fulvio Scropetta e Livio Dorigo i principali riferimenti, i divulgatori di un messaggio che valica confini che sembrano non esister più. Nei giorni scorsi siamo andati alla Casa della Musica del capoluogo giuliano per assistere ad una serata molto particolare. Ospiti dell'incontro: Fulvio Tomizza, Giorgio Depangher, Guido Miglia. Chi? Si, avete capito bene, proprio loro tre. Titolo della serata: “Incontro con i Lari del Circolo Istria”. Un omaggio in tutto e per tutto a chi per anni ha voluto indirizzare un messaggio. Quello stesso messaggio che Scropetta e Dorigo continuano a divulgare. “Abbiamo voluto questa serata principalmente per un motivo” ha voluto sottolineare Livio Dorigo. “Rendere omaggio ai nostri padri fondatori con dei brani scelti in unione con l'amore verso la loro terra. Alla fine di questa serata gli interventi, i brani e la dimensione culturale odierna confluiranno nella pubblicazione di un volume (della serie Quaderni) da distribuire nelle scuole italiane, slovene e croate. Dentro a questa dimensione si staglieranno gli interventi dei ragazzi delle scuole, vero e proprio nostro obiettivo, oltre che all'atto conclusivo del percorso che porterà appunto i migliori ragazzi a piantare un albero nel Parco della Concordia in località Cerei sull'ex confine italo-sloveno”.Chiacchierando con Dorigo sono emersi elementi importanti. “Noi siamo consapevoli e sicuri che la funzione della memoria sia esattamente questa. Dare possibilità ai giovani attraverso strumenti concreti. Piantare un albero che tra cinquant'anni sarà ancora vivo è legare la propria identità alla terra. Mettere radici non significa teorizzare risposte a problemi che vanno certamente superati, significa soprattutto tornare sui luoghi, immaginare cosa possiamo fare ogni giorno per migliorare l'altra dimensione, quella legata ai contrasti e alle differenze”.Dorigo ha voluto poi soffermarsi anche su quanto pericoloso sia il flusso di denaro che accompagna questo periodo di tempo. “Influenza i rapporti, c'è un rischio concreto nell'immaginare legami umani e nel continuare a farlo, oggi poi che alcuni settori della comunicazione sono realmente a rischio tutto questo diventa ancora più imponente,dovremmo recuperare alcuni punti chiave della nostra società ed invece alle volte ce ne andiamo indietro. La mancanza d'informazione è deleteria per tutti noi, è per questo che vogliamo continuare a batterci affinché il territorio nostro sia sempre immaginabile, senza perdere di vista i meccanismi biologici che lo governano. Spiegarlo significa rendere omaggio ai nostri Lari, piantare un albero nel Parco della Concordia, ascoltare della musica che funga da collegamento, ricordare guardando avanti”.

Nicolò Giraldi su www.arcipelagoadriatico.it

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