Il Comune esce da 10 dei 17 enti, associazioni e organismi dei quali fa parte. Una scelta dettata per un lato dall’opportunità di risparmiare, in tempi di casse vuote, i soldi pubblici – sebbene non molti – versati per le quote associative; e per l’altro dalla volontà di giocare un ruolo equo e «super partes rispetto alla promozione delle attività di soggetti terzi sul territorio».
Lo si legge nella delibera che la giunta ha approvato su proposta del sindaco Roberto Cosolini dando il via a un’operazione simile a quella effettuata dalla Provincia pochi mesi fa. I fondi annui spesi per le quote (peraltro già tutte pagate, precisa il sindaco, per il 2013) ammontano a circa 60mila euro. Svariate le realtà da cui si andrà a recedere, dall’associazione Chamber Music al Consorzio per la salvaguardia di castelli storici, dall’Associazione nazionale città dell’olio al Collegio universitario per le scienze “Luciano Fonda” fino ad arrivare al Comitato promotore per la Transpadana presieduto da Antonio Paoletti («Non ritenevamo strategico restarci, posto che il tutto si risolveva in un paio di assemblee all’anno», è il commento del sindaco).
Fuori il Comune anche dall’IRCI, l’Istituto Regionale per la Cultura istriana: una realtà su cui la delibera si sofferma precisando che, scaduta il 31 dicembre scorso la convenzione che impegnava il Municipio a versare un contributo annuo di 70mila euro per la gestione dell’immobile in comodato di via Torino e per le attività organizzate nel Museo della Civiltà Istriana, si prevede una «nuova convenzione con l’IRCI per la prosecuzione delle attività dell’Istituto e del museo stesso» (al cui allestimento «stiamo lavorando», dice la presidente dell’Irci Chiara Vigini). «Continuare a sostenere l’IRCI con una convenzione è la cosa più logica», rimarca Cosolini.
Mantenuta invece l’adesione a sette realtà. Del teatro Verdi, dello Stabile di prosa e dello Stabile sloveno il Comune è socio fondatore e vi rimane in ragione dell’interesse alla «crescita culturale» dei cittadini ma anche dei posti di lavoro che dal settore derivano. La giunta ha poi deciso di confermare l’adesione all’ANCI (Associazione nazionale comuni italiani) sia nazionale che regionale, «in quanto parte attiva nel processo normativo di riordino istituzionale in atto nonché rappresentativa degli interessi dei Comuni italiani di fronte» alle altre istituzioni.
Ok anche a Promotrieste – la legge regionale prevede consorzi nel settore – e all’Irsses, l’Istituto regionale per gli studi di servizio sociale, per «l’ottimo servizio formativo» fornito.
Spendere meno e in maniera più mirata, è dunque l’imperativo. Ma Cosolini vuole precisare: «L’uscita dalle compagini, che peraltro in successive valutazioni nulla ci vieta di poter rivedere, non significa affatto che cesseremo di sostenerne le attività», dice ribadendo quanto scritto nel documento, laddove si parla di possibili patrocini, convenzioni o altre forme di intervento contributivo su progetti specifici con «obiettivi di interesse collettivo e di pertinenza delle funzioni comunali».
Paola Bolis
www.ilpiccolo.it 13 giugno 2013