Il Consiglio di Stato sloveno boccia la Legge sulle scuole italiane

La normativa deve ritornare alla Camera di Stato. Per la conferma servirà la maggioranza assoluta, almeno 46 voti

Consiglio di stato quasi compatto con 23 consiglieri – sui 33 presenti- favorevoli al veto sospensivo e soltanto 5 contrari. La Legge sui diritti particolari nelle scuole delle minoranze, accolta venerdì scorso dalla Camera di Stato non riesce dunque a superare lo scoglio del ramo alto del Parlamento dove la maggioranza dei membri ha fatto proprie le osservazioni di Branimir Štrukelj che a capo della commissione cultura ed istruzione dell’organismo ha osteggiato – dall’avvio dell’iter parlamentare in qua- le modifiche alla normativa. In apertura dei lavori è stato lo stesso Štrukelj, affiancato dal segretario di stato all’istruzione Damir Orehovec a contestare soluzioni che ha definito “controverse ed inadeguate”. A nulla è valsa la replica del deputato al seggio specifico Felice Žiža che presente alla riunione è tornato a ricordare la differenza tra L1 ovvero lingua materna e certificato C1 che a livello europeo conferma la conoscenza di una lingua straniera. Illustrando in forma schietta, la realtà delle istituzioni scolastiche CNI chiamate a garantire un alto livello d’istruzione ma anche ad affermare lingua, cultura e identità italiana Žiža è tornato a ribadire che “solo elevando le competenze linguistiche a livello di lingua madre” le scuole della minoranza potranno dare il massimo ed essere equiparate agli istituti della maggioranza.

In risposta- ancora una volta- gli sono arrivate invece le riflessioni sulla reciprocità con le scuole – e non solo- della minoranza slovena in Italia, sull’aggiunta al bilinguismo e sulla presunta selettività che ridurrebbe le scelte del quadro docente in generale, quelle dei professori di lingua slovena, di lingua straniera e del personale tecnico- amministrativo. Osservazioni fatte proprie da Branka Kalinić Ramšak intervenuta a nome del settore scientifico-universitario mentre i rappresentanti degli interessi locali e quelli degli artigiani – riunitisi in mattinata- non hanno voluto prendere la parola. Incentrato su uguaglianza e reciprocità pure l’intervento del consigliere Matjaž Gams che è stato l’unico ad aderire al dibattito. “Credo che sia stato l’intervento dell’esponente del ministero all’istruzione a confondere le idee e a far cambiare opinioni al Consiglio” ci ha dichiarato a caldo il deputato della CNI Felice Žiža che è tornato a ricordare il pieno appoggio della ministra Kustec e del governo alle modifiche proposte da lui e dal collega ungherese. “Ora la normativa ritornerà alla Camera e per l’approvazione definitiva e speriamo di avere i 46 voti necessari” ha detto ancora Žiža che si dichiara fiducioso e aggiunge: “Se non riusciremo a farla passare tra una decina di giorni sarà riproposta – tempo permettendo – ancora una volta in questo mandato”.

Lionella Pausin Acquavita
Fonte: Radio Capodistria – 19/01/2022

Il Piccolo - 21/01/2022
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