Il “treno della vergogna” cui i ferrovieri comunisti impedirono di fermarsi alla stazione di Bologna per ricevere generi di conforto ed un pasto caldo il gelido 18 febbraio 1947 era carico di polesani sbarcati dalla motonave Toscana ad Ancona ed era diretto a La Spezia.
Nel capoluogo ligure la caserma Ugo Botti era, infatti, stata adibita a campo profughi: ampiamente ne ha parlato Lino Vivoda, memoria storica del popolo della diaspora istriana (testimone di Vergarolla e passeggero del “treno della vergogna” appunto) ed autore fra l’altro di “Campo profughi giuliani. Caserma Ugo Botti. La Spezia” (Istria Europa, Imperia 1998).
In quest’opera è stato effettuato un vero e proprio censimento delle famiglie che transitarono per questa struttura e ne è stato analizzato il successivo inserimento nel contesto spezzino. [LS]