Una nuova opera letteraria realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha visto la luce nei mesi scorsi. Si tratta dell’opera del prof. Giovanni Spinelli, “Dopo l’esodo: da profughi a cittadini. Il processo di integrazione di giuliani e dalmati nell’Italia del secondo Novecento, attraverso le vicende di Brescia” (Sestante Edizioni, Ranica 2024). Un libro che si ritaglia, così scrive Raoul Pupo nella sua introduzione, «un ruolo di protagonista» nell’oramai cospicuo filone di studi fiorito intorno al tema dell’esodo istriano, fiumano e dalmata, che ha visto nell’ultimo ventennio emergere contributi storiografici di assoluto rilievo nella cui scia il volume si pone con puntualità, chiarezza e rigore, elementi fondamentali per approcciarsi a una vicenda complessa, ancora tangibile di letture strumentali e stereotipate, come quella della diaspora istriana e, più in generale, della frontiera Adriatica nord-orientale.

Il primo aspetto sul quale concentrare l’attenzione riguarda il consistente apparato documentario che costituisce, insieme a un’ampia bibliografia, il corpus della ricerca, capace di intrecciare tra loro fonti plurime che si compenetrano e rinviano le une alle altre, sia in chiave locale, sia nazionale. Un apparato denso, costituito da periodici, quotidiani, anche a carattere locale («La Verità» e «Il Cittadino», rispettivamente organi bresciani del Partito comunista italiano e della Democrazia Cristiana) e archivi, sia bresciani (alcuni dei quali, ed è il caso di quello del comitato locale dell’Anvgd, del tutto inesplorati), sia nazionali e internazionali (le carte della Commissione Alleata di Controllo, conservate presso il National Archive di Washington).
Di seguito il link alla pagina del Corriere della Sera dov’è presente la recensione di Enrico Miletto: