Quest’anno alla ex Caserma Villarey, sede della Facoltà di Economia e Commercio ma 75 anni fa primo luogo di accoglienza degli esuli ad Ancona e oggi deputato alla loro commemorazione, è stato celebrato un Giorno del Ricordo un po’ particolare. L’emergenza sanitaria aveva già dallo scorso anno diminuito la possibilità di affluenza del pubblico.
Quest’anno, norme più stringenti richieste dall’Università avrebbero praticamente ridotto le presenze ai soli vertici delle autorità civili e militari a livello regionale.
Il ricordo delle tragedie delle foibe e dell’esodo era già affidato ai rappresentanti del Comune e della Regione, ma è difficile ricordare qualcosa che non si conosce, che non si è vissuto. Gli esuli invece hanno sempre commemorato i tristi anniversari di questa dolorosa data e lo hanno fatto per decenni tra di loro, senza coinvolgere altri.
Nello spirito della legge, che non limita il ricordo a foibe ed esodo ma lo allarga alle vicende del confine orientale e al contributo dato dagli abitanti di quelle terre, questa era l’occasione di coinvolgere i presenti, che non avevano legami diretti con foibe ed esodo ma che rappresentavano le istituzioni o vestivano una divisa che è sempre stata parte della nostra storia, della storia di quelle terre, degli abitanti italiani di quelle terre.
Per le autorità civili presenti sono stati ricordati due fiumani al servizio dello Stato, i senatori del Regno Riccardo Gigante e Icilio Bacci, entrambi fucilati dalle milizie jugoslave nel ’45. I resti di Gigante sono stati ritrovati solo nel 2019, del corpo di Bacci si ignora la fine. Lo ricorda nel cimitero di Sirolo un cenotafio eretto dalla vedova Lidia Urbani, la famiglia della nota spiaggia Urbani.
Sempre al servizio dello Stato l’ultimo Prefetto di Zara, Vincenzo Serrentino, un eroe per la popolazione di quella città, che difese da tedeschi e da croati per mantenere l’amministrazione italiana; un criminale di guerra per gli slavi che lo processarono e fucilarono nel 1947. Come nella Grande Guerra, eroi per l’Italia disertori per l’Austria.
Al Magnifico Rettore e al Preside della Facoltà, per la Pubblica Istruzione il ricordo del Provveditore agli Studi di Spalato, Giovanni Soglian, nato a Cittavecchia di Lesina e fucilato a Spalato nel settembre del ’43 per aver rappresentato la cultura italiana. Nel centenario della nascita, nel 2001, è stato finalmente onorato nella stessa Spalato.
Per le Forze Armate, per prima per noi la Marina, perché il tricolore d’Italia arrivò a Zara quel 4 novembre del 1918 a bordo della torpediniera “55”. Alle porte di Ancona, al confine con Falconara, un edificio, già collegio per orfani di marinai e ora centro per anziani, porta il nome di Licio Visintini da Parenzo, il comandante dell’“Orsa Maggiore”, la squadra di arditi incursori, caduto a Gibilterra. Come lui Medaglia d’Oro anche il fratello Mario, pilota da caccia caduto nei cieli d’Africa che lo avevano visto vittorioso in 47 duelli aerei. Ancora per la Marina il ricordo di Antonio Marceglia da Pirano, del Genio Navale, e del suo secondo, il palombaro di Capodistria Spartaco Schergat, che affondarono la “Valiant” e la “Queen Elizabeth” ad Alessandria d’Egitto: a loro sono state intitolate due delle ultime fregate FREMM. Dalmata dalle Bocche di Cattaro, Romeo Romei: il sommergibile di ultima generazione a lui intitolato ha ricevuto la bandiera di combattimento ad Ancona l’11 giugno 2018.
Per l’aviazione il ricordo di Simeone Marsan, da Zara, il primo pilota italiano a superare, nel 1955, il muro del suono.
Per l’Esercito da ricordare l’ufficiale artigliere, alpino, partigiano e poi Generale di Corpo d’Armata Carlo Ravnich, istriano di Albona, che dopo l’8 settembre del ’43, all’interno della Jugoslavia, unì al suo Gruppo artiglieria Alpina “Aosta” i resti della Divisione di Fanteria “Venezia” e della Divisione Alpina “Taurinense”, formando la Divisione partigiana italiana “Garibaldi”. Per tutti i combattimenti prima che il nuovo Esercito Italiano lo nominasse Maggiore al comando della “Garibaldi”, per anni non gli venne riconosciuto lo stato di servizio in quanto non agli ordini del nostro Stato Maggiore e nemmeno quello di partigiano in quanto combattente con la divisa dell’Esercito Italiano. Ancora per l’Esercito, l’eccidio a Spalato degli ufficiali italiani che si erano arresi ai tedeschi nel ’43: 3 generali e 47 ufficiali della Divisione Bergamo.
Per l’Arma dei carabinieri ricordiamo il maggiore Pellegrino Trafficante e il tenente Ignazio Terranova, giustiziati dalle milizie titine per aver difeso la cittadinanza di Zara. In tempi più recenti il Colonnello Antonio Varisco, comandante dei Tribunali di Roma, ucciso dalle Brigate Rosse.
Se una fucilazione può essere “normale” nel ’43 in tempo di guerra, la tragica fine dei 97 finanzieri prelevati nel maggio del ’45 dalla Caserma di Campo Marzio a Trieste, a guerra finita, ci riporta all’orrore delle foibe. In queste finirono tanti altri, forze di Polizia, Vigili del fuoco, chiunque portasse una divisa o fosse al servizio dello Stato.
Pochi nomi, solo i più noti, quelli sentiti a casa da uno che non ha vissuto in prima persona quegli eventi ma che, come tanti di quegli esuli, non dimentica il sacrificio di quanti in terra, in cielo, in mare per l’Italia hanno dato la vita.
Un rinnovato grazie all’Università Politecnica delle Marche che ha voluto il ricordo della tragedia delle province del confine orientale onorato in questo ingresso della Facoltà, insieme ai ricordi della storia d’Italia.
Franco Rismondo
Presidente del comitato provinciale di Ancona dell’Anvgd
Vice Sindaco con delega all’Anagrafe dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio
Fonte: Il Dalmata – 02/2022
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FALCONARA – Il Comune di Falconara ha celebrato il Giorno del Ricordo con la deposizione di una corona commemorativa davanti alla scultura dedicata alle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, in piazza Martiri delle Foibe a Castelferretti: hanno partecipato il sindaco Stefania Signorini e Giuliano Piccini, in rappresentanza del direttivo provinciale dell’Anvgd.
Nel pomeriggio si è svolta la conferenza digitale dal titolo ‘Magazzino 18: l’esodo degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia’, proiezione dello spettacolo teatrale di Simone Cristicchi con introduzione di Giuliano e Matteo Piccini, esuli istriani del direttivo del comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
Sempre da giovedì 10 febbraio e fino a sabato 19 è stata allestita al Centro Pergoli la mostra ‘L’esodo’, organizzata in collaborazione con l’Anvgd di Ancona.
Il Rotary Club Falconara ha incontrato la mattina del 16 febbraio i rappresentanti del direttivo provinciale dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in piazza Martiri delle Foibe a Castelferretti.
A distanza di qualche giorno dalla celebrazione del Giorno del Ricordo, il Rotary ha fortemente voluto una simile occasione di confronto e riflessione per non dimenticare le atrocità e le violenze subìte da molti innocenti. Oltre al presidente Paolo Lovascio erano presenti anche altri soci rotariani, che hanno ascoltato con attenzione e interesse le parole e le testimonianze degli esuli Giuliano e Matteo Piccini, esprimendo solidarietà, vicinanza e pieno sostegno a chi s’impegna per tenere viva la memoria.
«Come Rotary siamo sempre attenti al sociale – la voce di Lovascio – e promuoveremo altri momenti per affrontare questi brutti capitoli della storia nazionale, affinché certi crimini non vengano mai più commessi. Per troppi anni c’è stato un velo di indifferenza circa la tragedia delle foibe e degli esuli, quindi riteniamo sia importante ricordare quanto vissuto da tante persone, che hanno pagato con la vita «la colpa» di essere italiane o sono state costrette – si parla di più di 300mila donne e uomini – ad abbandonare le proprie radici, gli affetti, la casa e il lavoro e a migrare a centinaia di chilometri di distanza nel tentativo di salvarsi e garantirsi un futuro».
Fonte: Vivere Ancona – 16/02/2022