Ricordare le foibe e l’esodo dopo decenni di oblio. Ricordare, perché c’è un crescente interesse da parte degli italiani per questa pagina di storia nazionale. Ricordare, perché c’è chi ancora minimizza, giustifica o mistifica. Ricordare per onorare chi ha attraversato queste tragedie e ha dovuto ricostruire la propria esistenza lontano dalle proprie radici.
Radici che affondavano in una terra che era separata dal mondo libero dalla cortina di ferro ed in cui comunque gli umori del dittatore comunista jugoslavo Tito condizionavano la sopravvivenza della comunità italiana residua e la possibilità degli esuli di riaffacciarsi nelle proprie zone di origine.
Dopo l’indipendenza di Slovenia e Croazia sono rimasti aperti contenziosi che attendono equa soluzione e ci riferiamo soprattutto ai beni abbandonati nella ex Zona B del Territorio Libero di Trieste, all’individuazione e ricognizione delle foibe e delle sepolture degli italiani spariti durante l’occupazione jugoslava della Venezia Giulia o al conferimento ufficiale della Medaglia d’Oro al Valor Militare al gonfalone della città di Zara.
La Slovenia condivide l’appartenenza europea con l’Italia da quasi vent’anni: i Presidenti Mattarella e Pahor in visita alla Foiba di Basovizza hanno rappresentato il perfezionamento di un buon vicinato ed un passo cui ha fatto seguito la designazione congiunta di Nova Gorica e Gorizia a Capitale Europea della Cultura 2025. Questo significa che nell’Unione Europea c’è spazio per la collaborazione e si può costruire un pezzo di storia condivisa basata sulle sofferenze patite da italiani e sloveni ad opera del regime comunista di Tito.
L’ingresso della Croazia nell’area di Schengen e dell’Euro ha comportato la caduta del confine che in maniera del tutto innaturale recideva l’Istria e conferisce di nuovo unitarietà alla costa adriatica da Trieste a Ragusa passando per Capodistria e Fiume.
Ricordare le Foibe e l’Esodo nello spirito della L. 92/2004 istitutiva del Giorno del Ricordo è il primo impegno, le già rammentate vertenze ancora aperte non possono essere accantonate, ma la prospettiva verso il futuro non può mancare. Guardando al domani auspichiamo di vedere anche il Presidente della Repubblica di Croazia assieme al nostro davanti alla Foiba di Basovizza e che si sviluppi un altro grande progetto transfrontaliero da Trieste a Fiume che suggelli questa ritrovata unitarietà.
Renzo Codarin
Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
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