Certi profughi giuliano dalmati sono come invisibili. È accaduto alla famiglia Cattarincich [foto di apertura. ndr], esule di Fiume, via Baiamonti. Papà Evellino, mamma Caterina col piccolo Claudio stanno per circa 6 mesi al Centro raccolta profughi di Laterina (Crp), nella baracca n. 10, box n. 4. Forse per tale motivo non vengono nemmeno registrati nell’Elenco dei profughi giuliani manoscritto dagli operatori del Comune di Laterina (AR). “Sono passato al Campo profughi di Laterina, luogo che mi ha segnato nella salute e nell’anima – ha affermato Claudio Cattarini, italianizzato da Cattarincich – la salute per il gelo invernale delle baracche e per il resto, per i rimpianti e le sofferenze del mio povero papà“.
Il muratore Evellino Cattarincich, nato a Santa Domenica di Visinada il 9 dicembre 1921, figlio di Felice e di Maria Gardelin, stabilitosi a Fiume, dopo aver optato per l’Italia, ottiene il passaporto di sola andata il 27 marzo 1950 dal Consolato italiano di Zagabria, n. 21.551. Sua moglie Caterina ha il n. 21.552. Succede così per tutti gli Istriani, fiumani e dalmati in fuga dalle angherie dei titini dopo la Seconda guerra mondiale. Si può ricostruire la storia della famiglia Cattarincich-Cattarini grazie a numerosi documenti conservati in casa e messi a disposizione dei ricercatori dal figlio Claudio.
Fuggiti da Fiume, i Cattarincich, come si evince dai loro documenti, il 1° agosto 1950 passano dalla Zona B, controllata dalla Jugoslavia ed entrano, in treno, nel Territorio Libero di Trieste, sotto controllo angloamericano, per varcare il confine con l’Italia a Monfalcone e giungere a Udine al Centro smistamento profughi il 3 agosto 1950. È l’itinerario dell’esodo per decine di migliaia di loro. Da Udine son destinati al Crp di Laterina dove giungono poco dopo per uscirne il 1° marzo 1951, volendo sistemarsi nel comune di Cappella Maggiore (TV), alle pendici dei boschi del Cansiglio. Il muratore Evellino “ha lavorato al Campo per n. 105 giorni quale muratore” (Libretto di assistenza di Cattarinich Evelino [con una “l”], Ministero dell’Assistenza Post-bellica, Provincia di Arezzo, Comune di Laterina, 1950-1951).
Dallo stesso Libretto di assistenzadi Cattarinich Evelino, del Comune di Laterina, nella pagina di “Assistenza vestiario” leggiamo che la famiglia riceve i seguenti capi d’abbigliamento alle date indicate:
“20.10.1950 – ml. 9 (nove) Tela “Baseno” [metri lineari di tessuto di cotone tinto in pezza, ad uso probabile di pannolini. NdR]
22.11.1950 – 1 camicia da uomo al C.F., [Capofamiglia]
27.11.1950 – 1 copertura per il figlio Claudio
30.12.1950 – 1 cappotto al C.F. e 1 paio si scarpe, 1 paio di mutande al C.F.
21.1.1951 – ml. 2 tela Florida [metri lineari di tessuto di qualità] al figlio Claudio.”
Il direttore del Crp di Laterina Felice Lapini, infine, firma sulla scheda personale del signor Evellino, n. 2.352, le seguenti notizie in un clima da Italia matrigna. Siccome non restituiscono alcune posate, o oggetti di cucina, glieli fanno pagare. “Ha consegnato il materiale di casermaggio meno un bicchiere, quattro cucchiai ed una forchetta che gli si addebitano per la somma complessiva di £ 115= (centoquindici). Laterina, 28.2.1951”.
Dal 5 gennaio 1950, con la Legge n. 1, scatta l’operazione “decongestionamento Centri profughi”. Così i direttori dei Crp accolgono le dimissioni volontarie dei profughi che vanno a stabilirsi in varie parti d’Italia. I profughi ricevono delle somme di denaro per le prime necessità familiari, come affittare una casa, comprare del mobilio e generi alimentari. Si tratta di 30 mila lire pro capite, quale “premio di primo stabilimento”, oltre a lire 20 mila come “sussidio straordinario”. Così si svuotano i Centri profughi, ma altre ondate sono in arrivo. Oltre 300 mila italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia (alcuni autori portano la cifra a 350 mila individui) costituiscono l’esodo giuliano dalmata, che dura fino ai primi anni ’60, mentre certi storici lo fanno concludere nel 1956. Il Crp di Laterina chiude i battenti nel 1963, spedendo le ultime centinaia di profughi rimasti in altri Crp d’Italia, o in un ospizio di Trieste. L’ultimo Crp ha chiuso nel 1976, a Trieste. Altro che 1956!
Si termina allora con lo stesso saluto finale di Claudio Cattarini nella lettera e-mail ai ricercatori: “Un abbraccio e un baseto da un mulo istrian fiuman”.
Conclusione – Con il presente articolo si dimostra che i documenti manoscritti, come l’Elenco alfabetico profughi giuliani, talvolta, non sono esaustivi. Non contengono tutti i dati possibili. Con i suoi 4.695 o, per delle cancellature, 4.693 individui segnati l’Elenco di cui sopra non ci fornisce la cifra reale dei transiti totali al Crp di Laterina, che ammontano, come scoperto nel 2021 da più studiosi, a oltre 10 mila persone. È incredibile che il muratore Cattarinich, o Cattarini, con la sua famiglia non sia compreso nell’Elenco, in considerazione del fatto che ha svolto l’attività di muratore proprio in Campo profughi. Anzi gli hanno fatto pure pagare un bicchiere, quattro cucchiai ed una forchetta persi o chissà dove finiti durante il soggiorno nelle baracche malconce. I Cattarinich erano forse invisibili?
Documenti originali inediti
– Lettera di Felice Lapini, direttore del Centro raccolta profughi di Laterina al Comune di Cappella Maggiore per l’iscrizione anagrafica dei 3 profughi Cattarincich, Laterina, 28.2.1951, dattiloscr. e ms., p. 1.
– Libretto di assistenza di Cattarinich Evelino, Ministero dell’Assistenza Post-bellica, Provincia di Arezzo, Comune di Laterina, 1950-1951, pp. varie.
– Passaporto provvisorio di Cattarinich Evellino n. 21.551, domiciliato a Fiume, Consolato italiano di Zagabria, 27 marzo 1951. Stampato, dattiloscr. e ms., p. 1.
– Passaporto provvisorio di Cutri Caterina n. 21.552, domiciliata a Fiume, Consolato italiano di Zagabria, 27 marzo 1951. Stampato, dattiloscr. e ms., p. 1.
– Scheda di registrazione al Crp di Laterina di Cattarincich Claudio, n. 2.354, stampato e ms., p. 1.
– Scheda di registrazione al Crp di Laterina di Cattarincich Evellino, n. 2.352, stampato e ms., p. 1.
– Scheda di registrazione al Crp di Laterina di Cutri Caterina, n. 2.353, stampato e ms., p. 1.
Fonte digitale
Claudio Cattarini, Fiume 1948, messaggio e-mail a Claudio Ausilio del 25 febbraio 2020, poi inoltrato allo scrivente.
Collezione privata
Claudio Cattarini, Conegliano (TV), fotografia, passaporti e documenti del Crp di Laterina.
Archivi consultati – Premesso che potrebbero esserci alcuni errori materiali di scrittura, ecco i materiali della ricerca presente, che sono stati raccolti da Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo: – Elenco alfabetico profughi giuliani, Archivio del Comune di Laterina, 1949-1961.
Cenni di bibliografia e sitologia
– P.C.H., “Laterina, quelle lontane memorie del campo profughi”, «Difesa Adriatica», n. 10, ottobre 2013, pp. 6-7.
– Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Roma, Associazione Nazionale Difesa Adriatica, 1990.
– Elio Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017. La 2.a ediz. è nel web dal mese di aprile 2018 col medesimo titolo.
– E. Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. Dal 2022 disponibili anche in e-book.
Ringraziamenti – Per il presente articolo la redazione del blog è riconoscente al signor Claudio Ausilio, esule da Fiume a Montevarchi (AR) e delegato provinciale dell’ANVGD di Arezzo, che ha fornito con la solita cortesia i documenti per la ricerca, in base ad una tradizionale e collaudata collaborazione con l’ANVGD di Udine. L’Autore rivolge i più sentiti ringraziamenti al sindaco e gli operatori del Comune di Laterina Pergine Valdarno, per la disponibilità riservata al signor Claudio Ausilio nella ricerca di documenti e registri sul Campo profughi. Si ringrazia, infine, l’esule citato per i vari materiali originali messi a disposizione della ricerca.
Note – Progetto e attività di ricerca di: Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo. Testi a cura di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking di Marco Birin e E. Varutti. Lettori: Claudio Ausilio, Sergio Satti (ANVGD di Udine), Igor Mandich (ANVGD di Genova) e il professor Stefano Meroi di Udine.
Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine. Fotografie dalla collezione di Claudio Cattarini che si ringrazia per la cortese concessione alla diffusione e pubblicazione nel blog presente e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it
Fonte: Varutti Elio3 – 05/11/2022