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Il massacro delle foibe (Unione Sarda 10 feb)

di Carlo Figari La Giornata del Ricordo Il massacro delle foibe

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Perché il 10 febbraio? E’ una data simbolica che si riferisce al 1947 quando entrò in vigore il trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste, passarono alla Jugoslavia. Le stragi avvennero all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 quando si scatenò l’offensiva dei partigiani comunisti contro nazisti e fascisti. Nel mezzo furono colpiti indiscriminatamente tutti gli italiani. Ma il massacro più vasto fu messo in atto a guerra finita, nel maggio del 1945, per costringere gli italiani a fuggire dalle province istriane, dalmate e della Venezia Giulia. Secondo le fonti più accreditate le vittime furono almeno cinquemila, ma diversi storici parlano di diecimila e più.

Tra i morti – particolare ignorato dagli storici e dai politici sardi sino a una decina di anni fa – ci furono anche molti isolani: marinai, carabinieri, finanzieri, ferrovieri, maestri e anche minatori del Sulcis che lavoravano per l’A.Ca.I. . (la società carbonifera fascista che aveva miniere anche nella provincia dell’Arsa, in Istria occidentale). L’Unione Sarda a più riprese ha trovato e pubblicato un elenco degli scomparsi (sinora si conoscono 145 nomi) e le storie di alcuni di loro raccontate da familiari e testimoni. Un destino atroce per questi sardi mai tornati in Sardegna, la cui sorte fu ignorata per oltre mezzo secolo. Oggi a Cagliari c’è una piazza intitolata ai Martiri delle Foibe, mentre Carbonia organizza gemellaggi con le città dell’Arsa per ricordare i suoi minatori scomparsi.

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