Clamoroso da Zagabria sulla vicenda Daila: l’Alta corte amministrativa della Croazia ha spianato la strada ai Benedettini di Praglia (Padova) intenzionati a ritornare in possesso della tenuta vicino a Cittanova dalla quale vennero cacciati nel 1948 dal regime di Tito. La Corte ha infatti invalidato tutti i provvedimenti del governo croato da due anni a questa parte che erano in effetti un disperato tentativo di tutelare l’immobile. Invalidato anche il controverso decreto emanato nell’agosto del 2011 dall’allora ministro della Giustizia Dražen Bošnjakovic, con il quale l’immobile veniva nazionalizzato per la seconda volta, un atto che qualcuno aveva giudicato come dilettantismo giudiziario e nel contempo una dichiarazione di guerra al Vaticano che nella vicenda si è schierato dalla parte dei monaci italiani.
La tenuta di Daila dunque torna di proprietà della locale parrocchia, ovvero della Chiesa che può disporne a proprio piacimento, senza che lo stato possa interferire. L’Alta corte amministrativa della Croazia ha in effetti accolto il ricorso di Tiziano Sosic di Pola, il tutore legale dei Benedettini. È stato lo stesso Sosic a confermare la notizia non nascondendo la sua soddisfazione. «Ora – ha aggiunto – finalmente potrà venir messo in pratica l’accordo stilato dalla commissione cardinalizia del luglio 2011, nominata dall’allora Santo Padre Benedetto XVI (di cui ha fatto parte il primate della Chiesa croata cardinale Josip Bozanic)».
Che cosa dice l’accordo? Che Daila torna i mano ai Benedettini di Praglia, i quali hanno inoltre diritto a un risarcimento di 4 milioni di euro a titolo di spese legali e dei terreni della tenuta che la Diocesi istriana ha venduto. L’allora vescovo istriano Ivan Milovan si era rifiutato di firmarlo e il Vaticano aveva reagito sospendolo per un minuto, incaricando della firma un supplente nominato ad hoc. L’accordo quindi era stato depositato al Tribunale di Buie con la richiesta di intavolazione. E in quel momento erano iniziate le maldestre manovre di Zagabria nel tentativo di bloccare il tutto.
Il governo sosteneva che i frati Benedettini non avevano diritto a Daila in quanto risarciti nell’ambito degli Accordi di Osimo. Lo Stato dunque aveva nazionalizzato la tenuta, commettendo però negli anni ’90 l’errore di restituire l’immobile alla parrocchia di Daila, in pratica alla Chiesa. Cosa succederà ora? I Benedettini torneranno in possesso di 180 ettari di terreno sul mare mentre per i 190 ettari che la Diocesi istriana ha venduto (e svenduto) si chiede il risarcimento. Si attende la reazione di Zagabria. Comunque già all’epoca il leader socialdemocratico Zoran Milanovic, poi diventato premier, aveva dichiarato che la questione di Daila riguardava unicamente la Chiesa. Senza dimenticare poi l’incontro avuto in Vaticano dallo stesso Milanovic con l’allora segretario di Stato cardinal Tarcisio Bertone con il quale si era in qualche modo concordata la strategia da attivare su Daila.
(fonte “Il Piccolo” 8 aprile 2013)
Un dettaglio del complesso abbaziale di Daila (foto www.politikaplus.com)