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Il PalaConi sia intitolato all’esule Tullio Gabrielli

L’intitolazione di una pubblica proprietà, sia essa una pubblica via o piazza oppure una scuola o una palestra, soggiace non certo a criteri universali, ma a scelte dell’amministrazione municipale, coadiuvata a Gorizia da una Commissione toponomastica.

Va dato volentieri atto a questa amministrazione comunale di aver scelto persone, alle quali intitolare luoghi pubblici, che costituiscono riconoscenza postuma di una comunità, o attribuzione di un valore simbolico.

Se posso permettermi di formulare un parere in merito all’intitolazione del recentemente ristrutturato PalaConi della Campagnuzza, non solo a titolo personale ma anche a nome delle associazioni che presiedo essendo stato sollecitato in tal senso da diversi soci, senza dubbio l’impianto dovrebbe essere intitolato a Tullio Gabrielli.

Molte le ragioni. Innanzi tutto perché una palestra è luogo principe di formazione fisica e morale dei giovani, nella consapevolezza dell’imprescindibile ruolo svolto dallo sport per forgiare non solo gli atleti del futuro, ma soprattutto i cittadini di domani, rispettosi delle leggi e dei ruoli, dei diritti ma anche dei correlati doveri.

E Gabrielli innanzi tutto è stato un grande maestro di vita, prima che maestro di sport, avendo egli dedicato tutta la propria vita ad allenare i giovani nella disciplina della pallacanestro, anche rimanendo al loro fianco nei problemi familiari e personali. Il “Mago”, com’era affettuosamente chiamato Tullio, non era solo un preparatore ed un tecnico – come se già ciò non fosse sufficiente!- ma anche una persona che ha impiegato ogni sua risorsa per assicurare ai giovani un luogo in cui crescere in sicurezza. Pochi sanno che Gabrielli è stato unico ed inimitabile anche dopo la sua scomparsa, avendo egli destinato i suoi beni materiali al mantenimento della squadra di pallacanestro.

Ed infine, ma questa non è un motivo ma una sua caratterizzazione: Tullio era nato nella sua sempre amata Pola, era uno dei 350 mila esuli dalle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia, costretti a fuggire dalla terra natale per sottrarsi alla pulizia etnica del maresciallo Tito.

Non c’è giovane istriano o figlio di istriani, vissuto nel Villaggio dell’Esule, ovvero il quartiere della Campagnuzza, che non abbia calpestato il pavimento del PalaConi.  Non c’è giocatore di pallacanestro o sportivo a Gorizia che non abbia apprezzato i valori dello sport di Tullio Gabrielli.

Il PalaConi nei fatti è già il PalaGabrielli, perché in questa palestra Tullio ha trascorso la sua vita. Si tratta ora di renderlo ufficiale. Le “Azzurre d’Italia” potrebbero invece essere abbinate ad altro luogo.

Rodolfo Ziberna, presidente ANVGD Gorizia

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