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Il Papa “esilia” due arcivescovi sloveni (Il Piccolo 09 mag)

Alla seconda ammonizione del Vaticano per gli ex arcivescovi di Lubiana Alojz Uran e di Maribor Franc Kramberger è scattato il cartellino rosso. Espulsi dalla Conferenza episcolpale della Slovenia, spogliati dei simboli vescovili (tiara e anello), impossibilitati a dispensare i sacramenti e “costretti” a ritirarsi in un monastero. La Santa sede dunque non fa sconti e vuole fare pulizia all’interno di quel porto delle nebbie in cui si è trasformata negli ultimi cinque anni l’ecclesia slovena. Kramberger è stato ritenuto colpevole dal Vaticano di non aver avvisato come era suo dovere Roma degli affari da un milione di euro che la sua arcidiocesi aveva messo in campo e poi risoltisi con il clamoroso crac finanziario.

 

Il secondo, invece, sarebbe stato “allontanato” per aver avuto un figlio, anche se l’attuale arcivescovo di Lubiana, Anton Stres ha definito tale fatto come «un’infondata calunnia e un’imperdonabile opera di infangamento della reputazione dell’arcivescovo Uran». Anche la Conferenza episcopale slovena nega tutto in un comunicato, affermando che dalla Santa Sede non è giunto alcun decreto relativo all’allontanamento dei due arcivescovi. E, in effetti, dalle stanze vaticane non è stato diramato alcun decreto bensì una sorta di ammonimento nel quale si afferma che i due alti prelati non potevano più operare nell’ambito della Conferenza episcopale ne svolgere funzioni pastorali. Questo significa che devono ritirasi a vita privata che per gli ecclesiastici significa doversi ritirare in un monastero dove il chierico non svolge più alcuna funzione pubblica, quindi non dice messa (se non per una ristretta cerchia di accoliti), non battezza, sposa, cresima e celebra la prima comunione.

 

Uran e Kramberger sono stati “esonerati” rispettivamente il 28 novembre 2009 e il 3 febbraio 2011. Esonero giustificato dalla Conferenza episcopale slovena secondo le norme del diritto canonico che prevedono che a un vescovo il quale per motivi di salute o per qualche altra grave ragione non sia più in grado di svolgere la propria funzione viene chiesto di lasciare la propria funzione. Eppure sia Uran che Kramberger hanno normalmente svolto i propri compiti vescovili ed ecclesiastici continuando a dispensare i sacramenti e continuando a partecipare ai lavori della Conferenza episcopale slovena. Lo testimonia il fatto che lo scorso anno, il 16 febbraio, hanno partecipato entrambi all’incontro ufficiale con il presidente della Repubblica di Slovenia, Danilo Türk a Brdo pri Kranju.

 

Quest’anno invece sia Uran che Kramberger venivano annunciati come presenti all’incontro tra Chiesa e capo dello Stato che si è tenuto il 26 aprile scorso (l’”ammonimento” vaticano è datato, lo ricordiamo 20 aprile 2012) nell’arcivescovato della capitale per essere poi a poche ore dall’incontro giustificati come assenti da un comunicato della stessa Conferenza episcopale. Eppure se si guarda l’agenda degli appuntamenti pastorali della Chiesa slovena i due arcivescovi sono attesi ad alcuni avvenimenti in cui vengono annunciati come presenti. Dunque sembra proprio che la vita monastica per i due alti prelati per ora non sia ancora iniziata. L’intera vicenda è stata portata alla luce dal quotidiano lubianese “Delo” anche grazie alle testimonianze di alcuni uomini di Chiesa che hanno potuto leggere la corrispondenza intercorsa con il Vaticano sul caso dei due arcivescovi. La “punizione” riservata dalla Santa Sede a Uran e Kramberger è la stessa di quella “inflitta” ai preti pedofili in Irlanda, Germania e Austria. E c’è un precedente anche in Slovenia quando negli anni Novanta l’economo dell’arciverscovado di Lubiana, Martin Špringer ha dovuto, per questioni morali, ritirarsi in un monastero di carmelitani.

 

Mauro Manzin

“Il Piccolo” 9 maggio 2012

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