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Il patriottismo e la sofferenza (Voce del Popolo 12 nov)

GORIZIA – Un caso emblematico e dimenticato, ma che all’epoca dei fatti suscitò scalpore nell’Italia devastata dalla Seconda guerra mondiale. Si tratta del delitto per mano di Maria Pasquinelli, protagonista dell’omicidio del generale inglese Robert W. De Winton avvenuto a Pola nel 1947. Di questo argomento tratta “La giustizia secondo Maria”, edito da Del Bianco per la Collana Civiltà del Risorgimento, libro-intervista scritto dalla giornalista Rosanna Turcinovich Giuricin, presentato lunedì a Gorizia nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio. La Giuricin è direttrice del periodico “La Voce di Fiume”, giornalista del quotidiano Voce del Popolo, autrice di numerosi libri e documentari e opera stabilmente al Centro di Documentazione Multimediale della Cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata di Trieste.

All’incontro erano presenti, oltre all’autrice, anche Diego Redivo, che ha firmato la premessa storica del volume come segretario del Comitato di Trieste e Gorizia dell’Istituto del Risorgimento italiano, Rodolfo Ziberna, presidente della sezione provinciale dell’ANVGD di Gorizia e lo storico Fulvio Salimbeni, in rappresentanza della collana del Risorgimento.

La vicenda, secondo le diverse voci che l’hanno interpretata, va inquadrata in una parabola discendente del Risorgimento, che vedrebbe, idealmente, la fiducia patriottica sana confluire pesantemente nel cieco decadere del fascismo. In tutto questo la Pasquinelli diventa simbolo del fallimento, del gesto inutile e letale, ma anche della sofferenza di un popolo inerme, quello degli esuli, sacrificati dagli eventi della storia. Su un altro fronte, emerge anche il dibattito sul pentimento della donna, oggi 95.enne, mai giunto se non in una forma: nella totale accettazione della pena (condanna a morte commutata in ergastolo, per arrivare, nel ‘65, alla grazia) e nella scelta di un silenzio decennale, interrotto soltanto con questa lunga intervista.

Il volume, numero 87 della Collana Civiltà del Risorgimento, secondo il docente triestino Fulvio Salimbeni ben si associa anche al recente dibattito sull’inizio e la fine del periodo risorgimentale “che non è finito nel 1915, né nel 1945, bensì nel 1954, dopo gli accordi di Londra”.

Emanuela Masseria
 

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