Il Piano Marshall e la Guerra Fredda

Nuovo appuntamento presso la sede del Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (via Duccio da Boninsegna, 21 – Milano) dedicato alla Guerra Fredda venerdì 6 dicembre alle ore 17:00.

«Domani in sede parleremo di un evento molto significativo che ci coinvolse direttamente alla fine del secondo conflitto, nello specifico del Piano Marshall – anticipa Claudio Giraldi, Presidente dell’ANVGD Milano – Ogni volta che sentiamo citare il piano Marshall, ci immaginiamo una pioggia di denaro caduta miracolosamente dal cielo, accettando inconsapevolmente una narrazione prodotta dal mito. Il Piano Marshall, in realtà, fu ben più di questo, fu una gigantesca e lungimirante operazione geopolitica che interessò l’Europa occidentale dal secondo dopoguerra alla guerra fredda».

Manifesto del Piano Marshall: tra le bandiere degli Stati beneficiari anche l’alabarda del Territorio Libero di Trieste

Il 5 giugno 1947 all’Università di Harvard il segretario di Stato statunitense George Marshall annunciò al mondo la decisione degli Stati Uniti d’America di avviare l’elaborazione e l’attuazione di un piano di aiuti economico-finanziari per l’Europa. Lo European Recovery Program (ERP) previde alla fine uno stanziamento di poco più di 14 miliardi di dollari per un periodo di quattro anni. Con l’obiettivo di favorire una prima integrazione economica nel Continente, nacque contestualmente al Programma anche l’Organization for European Economic Cooperation (OEEC, in italiano OECE), organismo sostanzialmente tecnico in cui i programmatori inviati da Washington cercarono di spingere gli europei ad utilizzare gli aiuti non per fronteggiare le contingenze del momento, quanto piuttosto per avviare un processo di trasformazione strutturale dell’economia dei loro Paesi.

L’Unione Sovietica, dopo un’iniziale manifestazione di interesse, si rifiutò di partecipare al negoziato, obbligando anche tutti i paesi del blocco orientale a fare altrettanto: nel 1949 Mosca avrebbe avviato il Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica) per coordinare le politiche economiche dei Paesi satelliti dell’URSS. In questa maniera si approfondì la scissione in due blocchi contrapposti dell’Europa e la parte occidentale del Vecchio Continente finanziò la conversione dell’industria bellica americana a finalità civili legandosi con accordi commerciali all’altra sponda dell’Atlantico.

 

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