PARENZO C'è stata anche quest'anno qualche nota stonata nella
celebrazione della Giornata dello Statuto regionale a ricordo del 30 marzo
1994 quando venne approvata la Magna Carta della Regione istriana. Infatti
malgrado i proclami sul bilinguismo e sulla pariteticità della lingua
italiana, peraltro sanciti dallo Statuto medesimo, non ha parlato alcun
rappresentante della Comunità nazionale italiana. Così è stato l'altr'anno e
così è stato ieri. Questa volta con una lieve attenuante: che erano assenti
giustificati per malattia sia il vice presidente della Regione Sergio
Bernich di Umago, che la vice presidente dell'Assemblea regionale Viviana
Benussi di Rovigno, entrambe connazionali. Ricordiamo che per statuto uno
dei due vice presidenti degli organismi appartiene alla Cni. Sul tema
abbiamo interpellato Bernich che non nascondendo un po' di imbarazzo ha
detto che «sarebbe sicuramente auspicabile che in cerimonie del genere
parlassero anche i rappresentanti della Cni nelle strutture
dell'amministrazione regionale». Più o meno sulla stessa linea la
valutazione di Viviana Benussi. «Di regola – ha detto – parlano soltanto il
presidente della Regione Ivan Jakovcic e quello dell'Assemblea regionale
Anton Perusko che nei loro discorsi includono un breve passo in italiano». E
facendo un piccolo controllo, Jakovcic nel suo discorso di 6 cartelle e
mezza ha pronunciato 2 o 3 righe in italiano. Più disponibile Perusko con 6
righe in tre cartelle. Ed è quest'ultimo che ha ricordato la storia dello
Statuto che fa dell'Istria l' unica regione bilingue in Croazia.
Si è soffermato sugli articoli cassati dal potere centrale di Zagabria
perché all'epoca ritenuti «troppo pericolosi per l'integrità territoriale
della Croazia». Il lungo e complesso contenzioso giuridico tra l'Istria e
Zagabria si risolse felicemente con la vittoria dello spirito istriano
pluriculturale e multilingue. Secondo Jakovcic «lo Statuto ha sancito il
modello istriano di convivenza interetnica». Nel suo discorso si è
soffermato soprattutto sul presente e sul futuro dell'Istria, affermando
trattarsi della regione più sviluppata, con il più basso tasso di
disoccupazione e con lo standard di vita migliore. Per quel che riguarda le
aspettative future ha annunciato che entro la fine del decennio l'Istria
sarà una moderna regione europea con standard sociali e infrastrutturali
molto alti. Ha ricordato a proposito la prossima realizzazione di importanti
progetti, come il nuovo ospedale di Pola, la metanizzazione, il raddoppio di
corsie dell'Ipsilon stradale, la realizzazione di una rete di case
dell'anziano e altri.
p. r.