di Mauro Manzin
TRIESTE L'Unione Italiana vuole cambiare pagina. Chiede sicurezza e ruoli
istituzionali precisi. E lo farà domani al presidente del Consiglio, Romano
Prodi, in persona che, nel corso della sua visita di tre giorni in Slovenia,
vedrà a Pirano il presidente dell'UI, Fabio Radin, il presidente della
giunta esecutiva, Maurizio Tremul, il presidente delle Camunità autogestita
costiera della nazionalità (Can), Flavio Forlani e il deputato italiano alla
Camera di Stato di Lubiana, Roberto Battelli. Politicamente l'UI vuole
indossare un abito nuovo visto che, da un punto di vista istituzionale, poco
è stato raggiunto fin qui dopo il riconoscimento della personalità giuridica
in Slovenia (e in Croazia). «È indubbio – spiega Radin – che l'UI resta l'unico
garante dell'unitarietà della minoranza italiana in Istria e proprio per
questo chiederemo che per noi venga concretizzato un ruolo istituzionale
preciso che verrebbe così anche a regolare i nostri rapporti con la Can».
Ma se l'incontro Prodi-UI-Can avviene a poche ore da quello che il
presidente del Consiglio avrà con il premier sloveno Janez Jansa a Brdo pri
Kranju «per noi – precisa Radin – è soprattutto non un summit di
preparazione al vertice dei due primi ministri quanto un incontro ufficiale
con il capo del governo italiano». Proprio per questo al primo punto all'ordine
del giorno ci sarà la richiesta dell'UI del varo di una legge di tutela
permanente, da parte di Montecitorio, per la minoranza italiana in Istria
per dare ai nostri connazionali certezza di diritto e soprattutto i mezzi
anche finanziari in grado di garantirne la sopravvivenza. Non a caso la
seconda richiesta sarà relativa all'erogazione dei fondi da parte di Roma, a
tutt'oggi bloccati, a favore dell'Edit, la casa editrice della nostra
minoranza d'oltreconfine. «L'Edit – precisa sempre Radin – ha i conti
bloccati e la situazione sta diventando insostenibile».
Sul piano più strettamente bilaterale italo-sloveno vanno a pesare invece
gli altri temi. In primis, come detto, quello di riscrivere il ruolo
istituzionale dell'UI. Poi resta sul capo della minoranza la «spada di
Damocle» della cosiddetta Proposta di risoluzione sulle Comunità nazionali
ungherese e italiana che è stata elaborata dal governo di Lubiana. Una
risoluzione che il presidente della giunta esecutiva UI, Maurizio Tremul
ribadisce essere «lacunosa» ed «evasiva» nella sua parte attuativa. Anche
qui viene rimessa in discussione l'unitarietà della minoranza, creando di
fatto un «fumus» giuridico che si presta a molteplici interpretazioni. A
tale riguardo l'UI ha già stilato un documento con ben 30 emendamenti da
proporre alle proposte del governo sloveno. In questo contesto, precisa
Tremul, bisogna che l'opinione pubblica slovena venga adeguatamente istruita
su quella che è la storia e la realtà sociale rappresentata dalla minoranza
italiana. «Qui si sente dire – afferma amaramente Tremul – che gli italiani
prima ti ammazzano e poi ti chiedono scusa. Ora, vivere nel 2007 con questi
stereotipi mi sembra alquanto improponibile, soprattutto nell'Unione europea
che dal 1 gennaio 2008 sarà presieduta proprio dalla Slovenia». «Le
minoranze – conclude – bisogna far capire agli sloveni che non sono una
palla al piede, ma un valore aggiunto sociale, culturale ed economico».
Con Prodi saranno affrontati anche i problemi del sistema scolastico
italiano sia in Slovenia che in Croazia, le necessità finanziare di Tv
Capodistria e Can e UI ribadiranno al premier la richiesta più volte fatta
all'esecutivo Jansa affinchè nella futura regionalizzazione della Slovenia
venga creata un regione a statuto speciale nel Litorale (Capodistria, Isola
e Pirano) sulla falsariga del Friuli Venezia Giulia proprio per la presenza
della minoranza italiana.