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Il Piccolo – 080807 – Croazia-Slovenia ancora su confine marittimo

PIRANO.  Lubiana e Zagabria sono sempre più vicine al ricorso all'arbitrato
per risolvere il contenzioso sul confine, ma non c'è ancora alcuna intesa
sull'istituzione alla quale affidare la diatriba. Per la Slovenia, infatti,
la proposta di Zagabria di ricorrere al Tribunale del diritto del mare di
Amburgo è inaccettabile. Lo ha ribadito lunedì sera a Strugnano il ministro
degli esteri sloveno Dimitrij Rupel, che dei rapporti sloveno-croati ha
parlato con i giornalisti ai margini di un incontro informale con il capo
diplomazia svedese Carl Bildt, in vacanza sulla costa slovena. La settimana
scorsa, come noto, Lubiana aveva per la prima volta accettato l'ipotesi
dell'arbitrato, proponendo a Zagabria di ricorrere alla Corte dell'Osce per
l'arbitrato e la conciliazione presieduta dal francese Robert Badinter, ma
dalla Croazia era arrivata la controproposta di rivolgersi al Tribunale di
Amburgo. «Siamo convinti che la Corte Osce sia la sede giusta per affrontare
il problema confine e tenteremo di convincere anche la controparte croata»,
ha dichiarato Rupel, che si è detto però disponibile anche a soluzioni
diverse dalle due finora ipotizzate dalle parti in causa. Lubiana e
Zagabria, in queste settimane, stanno affrontando anche le altre questioni
ancora irrisolte tra i due Paesi: la proprietà e la gestione della centrale
nucleare di Krsko, il debito della ex Banca di Lubiana nei confronti dei
risparmiatori croati e la proclamazione della zona ittico-ecologica croata
nell'Adriatico. Ma lo stanno facendo, contrariamente a quanto avveniva in
passato, lontano dai riflettori. Le risposte che su questi temi Zagabria ha
dato finora alle iniziative di Lubiana, secondo Rupel, sono tali da
permettere la continuazione del dialogo tra i due governi.
Dal gabinetto del premier sloveno Janez Jansa sono stati intanto già
annunciati due incontri per studiare le risposte croate alle proposte
slovene: uno con i presidenti di tutti i partiti parlamentari, l'altro con
un gruppo di esperti di diritto marittimo. Sui dettagli, però, bocche
rigorosamente cucite. Chi invece si scatena è la stampa. Il quotidiano
sloveno «Finance» ha fatto un calcolo di quanto costano, in termini
economici, i problemi irrisolti tra i due Paesi. Ebbene, tra il debito nei
confronti dei risparmiatori croati (172 milioni di euro), le rivendicazioni
croate per l'energia elettrica prodotta e non fornita dalla centrale
nucleare di Krsko (35 milioni) e l'indisponibilità dei terreni nelle aree
contese (61 milioni), si arriva a una cifra di 270 milioni di euro. Se però
a questa cifra vengono sommati tutti gli affari non realizzati dalle
imprese, slovene in Croazia e croate in Slovenia, (per il clima di sfiducia
tra Lubiana e Zagabria), è stato valutato che ogni anno il danno ammonta, in
entrambi i Paesi, a 1 per centro del Pil. Solo nel 2006, ha scritto il
giornale, ogni cittadino sloveno ci ha rimesso in media 150 euro, ogni
cittadino croato 98. Sono motivi più che validi – è convinto il giornale –
per puntare con più determinazione a risolvere le questioni aperte con
Zagabria.

 

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