ZAGABRIA Quello che fino a pochi anni fa si poteva considerare pura utopia è stato realizzato e anche senza troppi problemi. Stiamo parlando della fondazione della Comunità degli Italiani nella capitale croata, l'unica finora istituita fuori dal territorio d'insediamento storico della Cni. che diventa così la 52.esima associata all'Unione Italiana. La sua apertura è stata dettata da fattori di ordine pratico, ossia a Zagabria si sono stabiliti soprattutto per motivi di lavoro alcune centinaia di connazionali provenienti dall'Istria, Fiume e dalla Dalmazia. Lo stesso discorso vale per un nutrito gruppo di cittadini provenienti dall'Italia che da queste parti hanno avviato attività imprenditoriali o culturali, trovando anche moglie e mettendo su famiglia. E hanno presentato richiesta per il rilascio della «Domovnica», ossia la cittadinanza croata.
Finora questi italiani erano associati ad un loro Circolo che però non aveva rappresentanza politica a livello cittadino e regionale.
Dell' opportunità di promuovere il Circolo al rango di Comunità si era discusso recentemente ad un incontro tra l'ambasciatore italiano in Croazia Alessandro Grafini, i vertici Ui e i rappresentanti dell'Istituto italiano di cultura. È nata dunque la Comunità, tenuta a battesimo dallo stesso ambasciatore, dal presidente dell'UI Furio Radin e dalle autorità cittadine che vedono di buon occhio l'iniziativa. In riferimento all'episodio di martedì scorso a Capodistria dove al presidente della Giunta esecutiva dell'Unione italiana Maurizio Tremul non è stato consentito di presenziare all'annunciato incontro tra una delegazione della Cni e il premier sloveno Janez Jansa, si potrebbe dire che di questi tempi è più facile istituire nuove realtà minoritarie in Croazia che gestire quelle consolidate in Slovenia, tenuto conto del trattamento sicuramente non troppo benevole da parte di Lubiana.
Lo stesso Maurizio Tremul conferma che la nuova associazione di cui è presidente Giovanni Mucciacciaro,si è dotata dello statuto che ricalca quello delle altre comunità mentre l'Unione italiana ha provveduto all'invio del regolamento elettorale e di quello di procedura che sono i documenti base con i quali poter operare. Quali le fonti di finanziamento di questa realtà italiana nella capitale croata? Ovviamente, nel rispetto della legge sulle associazioni, concorrerà alle dotazioni del bilancio municipale.
Sull'altro fronte sarà inclusa nei finanziamenti da parte dell' Unione italiana. «Non sarà un peso per noi – assicura Tremul – visto che ci attendiamo una maggiorazione dei finanziamenti da parte di Roma. Sulle possibili attività della Comunità degli Italiani di Zagabria Tremul dice che non è stato ancora stilato un programma dettagliato. Questo verrà definito al prossimo incontro con i vertici dell'Ui che ovviamente offriranno il massimo supporto logistico fino a che non imparerà a camminare da sola. Si parla comunque di iniziative culturali al massimo livello in grado di coinvolgere anche i nomi grossi sia della cultura di provenienza italiana che croata e del veicolamento a Zagabria di grossi eventi artistici, musicali e letterari italiani che tradizionalmente il pubblico della capitale apprezza.
p.r.