Lo scorso lunedì 23 ottobre il Presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha visitato Fertilia, città sarda di fondazione ed insediamento di una comunità di esuli giuliano-dalmati, e l’Ecomuseo EGEA che, avendo come icona Egea Haffner (la “bambina con la valigia”) racconta la storia dell’Esodo.
«Si tratta di un grande risultato per Fertilia – spiega Mauro Manca, direttore dell’Ecomuseo – che mai come ora è metà di illustri rappresentanti delle maggiori Istituzioni del nostro Paese. Siamo orgogliosi di questo risultato di cui ringraziamo in primis il Prof. Davide Rossi dell’Università degli Studi di Trieste. Dopo il clamoroso successo del viaggio/evento Ritorno alla Terra dei Padri, Fertilia continua ad essere al centro dell’attenzione grazie al lavoro dell’Associazione EGEA».
In questa sua visita Ciambetti è stato accompagnato dal Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna Michele Pais: si è trattato di una visita di particolare importanza che segue a poca distanza l’incontro che l’equipaggio del Klizia, impegnato nel progetto Ritorno alla Terra dei Padri, ha effettuato a Venezia lo scorso 5 settembre.
Affacciata sul Golfo di Alghero, Fertilia è una città che si fa memoria, che rappresenta la forza dei legami oltre la geografia, delle radici oltre lo sradicamento.
La sua storia è parte di quella del Novecento. Prima arrivò l’Ente Ferrarese per la colonizzazione, istituito dal regime fascista nell’ottobre del 1933, con l’insediamento di un cospicuo numero di famiglie originarie della provincia di Ferrara.Fertilia nacque ufficialmente tre anni più tardi quando, l’8 marzo 1936 fu posta la prima pietra per l’edificazione della chiesa di San Marco.Nel dopoguerra, giunsero gli esuli di Istria e Dalmazia: nel febbraio del 1947 don Francesco Dapiran, membro della commissione governativa inviata per una prima ricognizione, aprì la strada alle famiglie giuliane che popolarono il borgo tra il 1948 e il 1952 e ne completarono la costruzione.
Visitare la comunità è stato un viaggio nella nostra comune memoria: “I fili della nostra storia”, nome che dà il titolo ad una sala tematica del museo dedicato alla storia della città, rende in modo suggestivo e concreto la forza di un legame che non si è mai spezzato. I fili del gomitolo non sono simbolici, ma reali e vivi.