Trieste chiama, Verona risponde e interpella l’Ufficio scolastico provinciale. Il sindaco Federico Sboarina ha ricevuto in questi giorni una lettera dal presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Angvd Renzo Codarin. Nero su bianco la segnalazione di un evento che, ancora una volta, alza la tensione in prossimità del Giorno del Ricordo. “Mi permetto di comunicarle il disappunto che abbiamo provato scoprendo che all’Istituto Copernico Pasoli il 10 febbraio verrà celebrato dando la parola a Eric Gobetti, campione di quelle anacronistiche posizioni giustificazioniste nei confronti delle stragi nelle foibe e propense ad abolire il Giorno del Ricordo”, ha scritto il presidente Codarin.
Immediato l’intervento del sindaco Sboarina che ha già segnalato l’iniziativa, chiedendo spiegazioni, al dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, competente degli istituti secondari di secondo grado.
“Terribile che ci sia ancora chi tenta di offuscare una delle pagine più drammatiche della nostra storia – afferma Sboarina -. I drammi del passato hanno pari dignità, non ci sono tragedie di serie A e altre di serie B, continuerò a battermi per difendere questa idea e il rispetto che va portato alle vittime di tutti i totalitarismi. Reputo grave se questo rispetto non si trova nelle scuole, per questo ho coinvolto l’Ufficio scolastico provinciale. È giusto che i ragazzi sviluppino una loro capacità critica, ma i fatti storici non possono essere interpretati, indipendentemente dal loro colore politico. Il giorno nazionale di commemorazione deve essere rispettato così come avviene per la condanna dell’olocausto. La morte e l’esodo di migliaia di nostri connazionali ai confini orientali fa parte delle celebrazioni ufficiali volute dal nostro Parlamento affinché, anche quando non ci saranno più testimoni in vita, non venga meno la memoria delle Foibe e dell’esodo istriano”.
Nella lettera viene anche ricordato il ruolo di Verona nelle commemorazioni. “Verona pur nelle difficoltà dell’immediato dopoguerra ha accolto centinaia di esuli istriani, fiumani e dalmati in esilio e li ha aiutati a reinserirsi nel tessuto sociale e produttivo della nuova Italia – scrive il presidente Codarin -. I leoni di San Marco che decorano i monumenti cittadini, l’arena così simile a quella di Pola e la cadenza dialettale sono tutti elementi che hanno aiutato i nostri connazionali cacciati dalle loro terre nell’Adriatico orientale a sentirsi un po’ a casa anche nella città scaligera. Non ultimo come non ricordare la cittadinanza onoraria concessa dalla Sua città a Norma Cossetto – studentessa italiana seviziata dai partigiani titini – lo scorso anno, con il voto unanime del Consiglio Comunale”.
L’Angvd invierà a Verona 200 copie di “Una vita per Pola”, il romanzo a fumetti di Stefano Zecchi, che sarà presentato domani in città. “Questa inappropriata lezioncina di propaganda passerà – conclude Codarin -, questi libri rimarranno a beneficio degli studenti e dei veronesi che vorranno conoscere in maniera romanzata ma aderente alla realtà storica dei fatti quel che avvenne nelle terre italiane annesse alla Jugoslavia comunista in seguito al Trattato di Pace del 10 Febbraio”.