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”Il Trattato di Rapallo ha penalizzato l’italia” (Il Piccolo 11 dic)

«Il trattato di Rapallo è un seme che continua a generare problemi, per quanto siano passati ben 90 anni dalla sua stipula». Così ieri, Piero Delbello, direttore dell’Istituto regionale della cultura istriana, fiumana e dalmata, ha definito l’accordo, sottoscritto il 12 novembre del 1920, che delineò il confine orientale d’Italia, dopo lunghe trattative susseguitesi alla conclusione della prima guerra mondiale. Delbello ha parlato nel corso di un incontro organizzato dall’Unione degli istriani e che ha visto la partecipazione di un folto pubblico.

Il Trattato di Rapallo fu un accordo con il quale l’Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono consensualmente i confini dei due Regni e le rispettive sovranità. Rappresentò la conclusione del processo risorgimentale di unificazione italiana, con il congiungimento allo Stato italiano di Gorizia e Trieste. Ma da allora le polemiche sui contenuti non sono mancate. «Quel Trattato – dice Delbello – ha segnato per l’Italia uno svantaggio rispetto al neonato Regno confinante che non abbiamo mai recuperato. Ogni volta che la politica italiana si è trovata di fronte la Jugoslavia si è dimostrata debole. Per capire meglio quel momento, bisogna anche ricordare i forti interessi dell’industria italiana in quei territori che, nascendo come nuovo Stato, abbisognavano di tutto».

Dettagliata la relazione dello storico Roberto Spazzali: «Fu con la dichiarazione di Corfù – dice – fra croati e serbi, che furono messe le basi per far nascere quello che poi sarà lo Stato Jugoslavo, il Paese degli slavi del sud. L’industria italiana spinse a favore della sua costituzione, perché coltivava forti interessi economici: la nascita del nuovo Stato avrebbe permesso agli industriali italiani di produrre e vendere in quei territori. Prima di quello di Rapallo, ebbe fondamentale importanza quello di Saint Germain, firmato il 10 settembre 1919, che determinò i confini: l’Italia ottiene Trieste, Zara, Trento e l’Istria. Due giorni dopo però ci fu l’iniziativa di Gabriele d’Annunzio su Fiume, che rimise tutto in ballo. Davanti a una serie di complesse situazioni internazionali ci fu il trattato di Rapallo, dopo la firma del quale furono necessari altri nove anni per mettere le cose a posto posto con accordi successivi». (u. s.)

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