24.02.2025 – Da oltre vent’ anni auspicavo la realizzazione del Treno del Ricordo e finalmente è diventato realtà, ma non solo, quest’anno è arrivato a Lecce. Infatti il Treno partito da Trieste il 10 febbraio, dopo aver attraversato Padova, Bologna, Roma, Napoli, ha fatto tappa a Lecce dove si è fermato il 20 e il 21 febbraio sul 1 binario, per poi ripartire per l’ultima delle sette stazioni previste, Sassari.
Alla stazione ad accoglierlo, sulle note musicali della banda dell’esercito che ha eseguito tra l’altro anche l’Inno d’Italia, c’era il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il Prefetto di Lecce Natalino Manno, l’assessora alla Cultura e Legalità della Regione Puglia Viviana Matrangola, il Sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone, il direttore generale Puglia di Trenitalia Giuseppe Falbo nonché una folta delegazione del Comitato provinciale Anvgd da me presieduto.
Per questo evento, in collaborazione con l’Ufficio scolastico di Lecce sono riuscito anche a coinvolgere molti studenti, giunti da ogni parte della provincia, che hanno accolto e visitato il Treno con grande rispetto. È stata una grande emozione, forse maggiore di quella provata il 10 febbraio del 2024 quando partecipai all’inaugurazione presso la stazione ferroviaria di Trieste proprio del Treno del Ricordo, realizzato in collaborazione con Ferrovie dello Stato dal Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi. Ed è proprio questo Ministro che ho voluto ringraziare per iscritto sia per la realizzazione del Treno che per averlo fatto giungere per la prima volta a Lecce, la mia città d’origine: la sua risposta è stata entusiasmante perché ha vivamente apprezzato il mio lavoro svolto per far conoscere alle nuove generazioni il dramma delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
L’arrivo del Treno, con i suoi quattro vagoni pieni di storia, ha rappresentato un impegno a custodire il ricordo e onorare le vittime delle foibe brutalmente trucidate dalla ferocia dei partigiani del Maresciallo Josip Broz Tito e la memoria dell’esodo giuliano-dalmata di oltre 350.000 persone costrette ad abbandonare tutto, pur di rimanere italiani. Rinunciarono con gran dolore ai loro affetti, alle loro case, le loro campagne. Dall’ oggi al domani dovettero lasciare tutto. I più facoltosi riuscirono a venire in Italia con gli idrovolanti, altri riuscirono a portare con sè qualche mobile o suppellettile che fu poi depositato al Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste, con l’ illusione di poter tornate un giorno a riprenderli. Non ritornarono mai più.
Su questo Treno- Mostra i visitatori hanno potuto visionare nei primi 3 vagoni i filmati relativi alle vicissitudini del confine orientale italiano, dall’ epoca romana alla Repubblica di Venezia, dalla Prima Guerra Mondiale alla Seconda Guerra mondiale, per poi giungere al quarto vagone dove hanno potuto vedere e toccare con mano quanto l’ Irci, Ente gestore del Magazzino 18 attuale Magazzino 26, ha voluto donare per la realizzazione dell’ allestimento della Mostra sul treno, come alcune suppellettili lasciate dagli esuli prima della loro partenza per le Americhe, Australia, Canada e altre destinazioni. Avendo noi come Comitato predisposto dei turni per coadiuvare qualora necessario gli organizzatori, alcuni di noi hanno visitato più volte la Mostra. Accompagnando i vari gruppi abbiamo notato in loro grande interesse, curiosità ed emozione.
Personalmente ho scorto nei volti dei visitatori, soprattutto dei più piccoli, molta commozione appena raggiungevano il quarto vagone, quello in cui erano stipati bauli, casse, valigie, sedie, vecchie pentole in alluminio, passeggini e piccoli giocattoli di quei bambini a cui era stata sottratta l’età più bella e la spensieratezza della fanciullezza e dell’ adolescenza. A molti si inumidivano gli occhi, i loro sguardi si abbassavano in segno di rispetto, cessavano di parlare, come se si raccogliessero in preghiera. Sono convinto che sia stato molto importante far visitare questo Treno soprattutto alle giovani generazioni, per renderli maggiormente consapevoli di una pagina della nostra Storia volutamente celata per troppo tempo e che adesso finalmente sta riemergendo. Conoscere la Storia non per odiare gli aguzzini, ma per costruire un futuro in cui i veri valori possano riaffermarsi. Questa iniziativa ha offerto a Lecce un’ulteriore opportunità di riflessione sulla memoria collettiva dei martiri delle Foibe e degli esuli e sulla complessità della storia del confine orientale italiano.
Mario Biagio Portaccio
Presidente del Comitato provinciale di Lecce dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia