Fra le numerose stragi che hanno funestato l’Italia repubblicana, proprio la prima è quasi dimenticata, forse perché avvenne, nell’estate del 1946, in un territorio oggi appartenente alla Croazia. Fu sulla spiaggia di Vergarolla, a Pola, la città portuale dell’Istria che allora era sotto il controllo degli angloamericani e poi, dopo il trattato di pace, passò alla Jugoslavia. Esplose un deposito di residuati bellici, mentre era in corso una gara di nuoto, e morirono almeno 65 persone, cui vanno aggiunti forse altri cinque dispersi.
Per quel crimine orrendo nessuno ha mai pagato, ma ora il caso pare potersi riaprire, non sul piano giudiziario, ma su quello storico. Un anno fa venne presentata alla Camera dei deputati un’interrogazione per la creazione di una commissione di storici (prima firmataria Laura Garavini, parlamentare del Pd) e l’allora sottosegretario agli Esteri Marta Dassù rispose positivamente. Poi il passaggio dal governo Letta al governo Renzi ha rallentato la procedura, che però adesso dovrebbe riavviarsi. Il merito della svolta è senza dubbio dello stimolo impresso da un’ampia ricerca del giovane studioso Gaetano Dato, confluita nel volume Vergarolla, 18 agosto 1946 , pubblicato dalla Libreria Editrice Goriziana.
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