Case e terreni confiscati o nazionalizzati dal regime comunista jugoslavo; espropri arbitrari attuati dai gerarchi del regime di Tito; beni abbandonati dagli esuli istriani, fiumani e dalmati ed utilizzati dallo Stato italiano per pagare le riparazioni di guerra alla Jugoslavia, nonostante il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 prevedesse la tutela delle proprietà di colo i quali avrebbero optato per la cittadinanza italiana e quindi per l’esilio.
Tale situazione, verificatasi nel clima di terrore diffuso dai “titini” in Istria nell’immediato dopoguerra, ha portato allo spopolamento di interi villaggi ed alla drastica riduzione della popolazione in tutti i centri abitati della penisola: oltre al 90% della comunità italiana autoctona, anche sloveni e croati abbandonarono quelle terre in cui si andava consolidando la dittatura comunista.
Il regime di Belgrado trasferì sfollati e gente proveniente da tutta la Jugoslavia riuscendo a ripopolare solo parzialmente l’Istria: i nuovi edifici del socialismo reale sorgevano mentre molte delle case degli esuli restavano disabitate avviandosi così al degrado. L’amministrazione comunale di Dignano ha deciso di alienare alcuni di questi immobili che si trovano nel centro cittadino e che risultano pericolanti oppure occupati abusivamente.