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Incidente di Unie, veneto condannato (Il Piccolo 15 mag)

FIUME Due anni di carcere, senza il beneficio della condizionale. È questa la pena emessa ieri in prima istanza dal Tribunale comunale di Fiume nei riguardi del 39enne Ivo Zanatta, skipper di Montebelluna (Treviso), che la corte presieduta dalla giudice Sandra Vuckovic ha ritenuto colpevole della tragica morte della rovignese 34 enne Manuela Viskovic, avvenuta il 15 agosto del 2007. Al momento della lettura della sentenza, Ivo Zanatta non era presente in aula (era presente invece il padre), mentre il suo team di avvocati difensori ha annunciato che ricorrerà in appello. Il diportista veneto ha potuto beneficiare di alcune attenuati, visto che il reato per cui è stato condannato (incidente marittimo dalle conseguenze tragiche) prevede da un minimo di 3 ad un massimo di 10 anni di reclusione. Visto che il verdetto di primo grado non è esecutivo, Zanatta resta in libertà, in attesa di sapere cosa deciderà l’istanza giudiziaria superiore, che nel suo caso è il Tribunale regionale di Fiume. Allo skipper – così nella sentenza – è stato calcolato il mese di carcerazione preventiva trascorso nel capoluogo quarnerino e inoltre dovrà pagare 30 mila kune, circa 4075 euro, di spese processuali. La drammatica vicenda ebbe per teatro le acque al largo dell’isoletta di Unie, nel Quarnero. Quel giorno di Ferragosto, 6 miglia a ovest di Unie, con mare in bonaccia e condizioni meteo perfette, lo skipper olandese 53enne Henricus Verdonkschot e la sventurata rovignese stavano navigando tranquillamente su una piccola barca a vela, di 6 metri, pesante circa mille chilogrammi. Il tutto si svolse in pochi attimi, con la piccola imbarcazione che venne spaccata in due dal motoscafo «Emi’s light», un bestione di 17,5 metri di lunghezza, 26 tonnellate di peso e azionato da due motori per complessivi 800 cavalli. Il motoscafo piombò ad alta velocità sulla barca a vela, con l’olandese che ebbe solo il tempo di gridare a Manuela di lanciarsi in mare. Verdonkschot riuscì a gettarsi in acqua (riportò solo ferite di poco conto), mentre invece la Viskovic rimase sul natante, venendo uccisa all’istante dall’elica dell’«Emi’s light». (a.m.)

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