Nel ciclo di incontri che si svolgono a cadenza settimanale presso la sede del Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia in via Duccio da Boninsegna 23, venerdì 24 maggio alle ore 17:00 si parlerà del Trattato di Osimo (10 novembre 1975) con cui l’Italia rinunciò alle sue rivendicazioni sull’ultimo lembo d’Istria (la ex Zona B del mai costituito Territorio Libero di Tireste) e venne fissato il confine italo-jugoslavo in maniera internazionalmente riconosciuta.
«Domani in sede parleremo del Trattato di Osimo – spiega Claudio Giraldi, Presidente dell’ANVGD Milano – “il trattato iniquo”, “il patto firmato di nascosto perché gli italiani non sapessero”, “l’ultimo tradimento agli esuli giuliano dalmati” ed in particolare dell’ignobile clausola, proposta dalla democristiana Tina Anselmi, che assegnava annualmente quasi 30.000 pensioni, per un totale di più di 100 milioni di euro, agli assistiti “rimasti” nell’ex Jugoslavia annoverando tra questi anche coloro che erano stati artefici di deportazioni, rastrellamenti e stragi. All’epoca la rappresentante della sinistra DC era Sottosegretario del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale»
Uno dei tanti retroscena di una trattativa fatta concludere frettolosamente dal Presidente del Consiglio Aldo Moro con il sostegno delle sinistre: gli interessi della grande industria di sfruttare la manodopera jugoslava a buon mercato in una Zona Franca Industriale che avrebbe deturpato il Carso triestino, la cessione alla Jugoslavia di Tito dei distretti di Capodistria e di Buie che formalmente appartenevano ancora all’Italia essendo stati solamente affidati all’amministrazione civile jugoslava dal Memorandum di Londra del1954, le proteste degli esuli e dei triestini che non furono consultati in merito ad un accordo che avrebbe avuto ricadute pesantissime nei loro confronti, la nascita del movimento civico della Lista per Trieste… [LS]