ANVGD_cover-post-no-img

Indennizzi, Sardos Albertini: andare alla Corte Europea – 10apr14

 

Sulla clamorosa sentenza della Cassazione, che ha escluso ulteriori ed equi indennizzi per i beni perduti dagli esuli giuliano-dalmati, registriamo due interventi, dell’avv. Gian Paolo Sardos Albertini e dell’avv. Augusto Sinagra.

Come Legale che ha seguito la causa con l’avv. De Pierro di New York posso tranquillamente affermare che avevamo fin dall’inizio messo in preventivo che avremmo dovuto andare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
Si tratta di sentenza che ha fatto cattiva ed erronea applicazione dei principi della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo in base alla quale chi è privato di un bene, che può essere una proprietà o anche un’utilità economica, quale un indennizzo, deve rispettare il principio di cui all’Allegato 1 dell’articolo 1 secondo cui il ristoro deve essere equo e ragionevole ed essere il giusto contemperamento fra l’interesse pubblico ad acquisire il bene ed il diritto del privato.
La sentenza Bronioski da noi citata era perfettamente adattabile al nostro caso ed è ridicolo affermare che riguardava due Nazioni che avevano vinto la Guerra mentre nel nostro caso così non è.
I diritti dell’Uomo prescindono dal fatto che un cittadino faccia parte di uno Stato vincitore o perdente. In tal caso la Polonia venne condannata perché aveva riconosciuto ai propri cittadini, i cui beni erano stati ceduti all’Unione Sovietica, un indennizzo non ragionevole.
Ed è la stessa situazione accaduta in Italia dove è stata l’Italia che, in contrasto con il Trattato di Pace, ha deciso di cedere i nostri beni all’ex Jugoslavia assumendo l’obbligo di indennizzare i propri cittadini. Ma l’ indennizzo è stato del valore calcolato nel 1938 moltiplicato per il coefficente 200 quando la sola ISTAT sarebbe stata di circa 3.000.
E ci sono ben 5 proposte di Legge, provenienti da tutte le forze politiche, che partendo dal presupposto della irrisorietà dei nostri indennizzi, al limite dell’elemosina, chiedevano di adeguare i valori base raddoppiandoli e moltiplicando per il coefficente 5.000. Purtroppo, per andare a Strasburgo, bisogna aver prima esaurito le “vie interne”. Altrimenti ci saremmo andati direttamente in quanto avevamo la quasi certezza che in Italia nessun giudice avrebbe preso una decisione cosi rilevante politicamente.

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.