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Intervista alla chersina laureata a 85 anni (CDM 16 nov)

Oggi la vita si è allungata, ma val la pena vivere fino ad 80 / 90 anni se l’esistere ha perso qualità, e le giornate trascorrono fra letto e poltrona davanti alla televisione?
Meyra ha dimostrato che si può vivere diversamente e che – anche se c’è qualche acciacco e si è portatori di pace-maker come lei – a 85 anni si può anche  laurearsi; il 21 ottobre di quest’anno, pochi giorni dopo aver compiuto 85 anni, Meyra ha infatti conseguito la laurea triennale (la seconda) in filosofia, sostenendo col prof. Riccardo Pozzo una tesi sul concittadino Francesco Patrizi, filosofo e letterato del 500, gloria di Cherso, intitolata “Francesco Patrizi, filosofo del tardo Rinascimento”. Per questo motivo ella può essere additata a modello per i suoi coetanei.
Bisogna però dire che questo traguardo, pur straordinario, non lo è per una persona come Meyra, perché è in linea con la vita che ha sempre condotto e coerente con l’eredità trasmessale dalla grande famiglia da cui discende.

Ma sentiamo la descrizione di questa sua ultima esperienza da Meyra stessa.

Meyra, perché, a oltre ottant’anni, anziché startene in pace e godere un meritatissimo riposo, ti sei iscritta all’Università?

Per due motivi: il primo è stato il desiderio di realizzare il mio antico sogno di laurearmi in filosofia, cosa che volevo fare già tanti anni fa, ma mia mamma mi dissuase e mi esortò a dedicami con impegno all’insegnamento dal momento che avevo già una laurea.
Il secondo motivo è stato quello di frequentare l’università, cioè di vivere quotidianamente l’esperienza della presenza alle lezioni assieme ad altri, cosa che da giovane non avevo mai potuto fare, perché avevo sempre studiato sui libri e sulle dispense presentandomi poi agli esami. E così mi sono iscritta ed ho cominciato a frequentare i corsi dicendomi costantemente “Provo, provo,…”

Qual è stato il tuo rapporto coi compagni di corso?

Bellissimo! Fin dal primo momento mi hanno fatto sentire come una loro coetanea, come se fossi una bellissima ragazza di vent’anni! Non mi hanno mai fatto sentire vecchia. Mi passavano gli appunti… Mi venivano a trovare… Otto sono venuti a trovarmi perfino durante le vacanze estive a Cherso. Ma, pur trattandomi come una loro pari, ho avuto l’impressione di aver costituito per loro un punto riferimento, cosa confermata dalle parole di due di loro: “Tu, per noi, sei stata, da diversi punti di vista, una testimone”.

E quello coi professori?

Tutti i professori hanno avuto nei miei confronti un atteggiamento di grande gentilezza, disponibilità, stima, e qualcuno addirittura di affetto. Uno di loro mi ha detto un giorno: “In questi tre anni, lei per me è stata una grande luce”.

Hai incontrato qualche difficoltà, e quale, nello studio, nell’affrontare gli esami?…

Come ho già detto, io ho cominciato quest’esperienza come una prova ma, superato positivamente il primo esame, ho acquistato sicurezza e ho proseguito il cammino intrapreso mettendoci grande impegno e frequentando costantemente le lezioni. Sono stata confortata dal fatto che non ho trovato difficoltà nello studio, anche grazie alla buona memoria conservata, e non ho avuto nessuna paura degli esami, al contrario di quel che mi accadeva da giovane. L’unica difficoltà l’ho trovata nella preparazione dell’esame di informatica, che ho comunque superato studiando con diligenza.

Quali sono gli aspetti positivi e negativi di questa tua attuale esperienza rispetto a quella del passato. In particolare, cosa trovi di diverso – sostanzialmente – nell’università di oggi rispetto a quella di ieri e nei giovani di oggi, rispetto a quelli di ieri.

Trovo che gli studi universitari di oggi sono più “facili “ di quelli di ieri. Una volta gli esami erano molto impegnativi ed i voti molto bassi; difficilissimo era ottenere il voto massimo e ancora di più la lode.
I professori, che un tempo erano distaccati, distanti,.. ora sono aperti e comunicativi nel rapporto con gli studenti e più generosi che nel passato nelle valutazioni. Essi sostengono che questa maggior larghezza nei giudizi è dovuta al fatto che oggi la preparazione di base è meno approfondita che nel passato.
Per quanto riguarda i giovani, li trovo insoddisfatti, meno gioiosi e spensierati, più maturi e consapevoli  di quelli di un tempo. Ho conosciuto ragazzi bellissimi, intelligenti, agiati, permeati da una sorta di patina di malinconia,… per cui non li invidio, non mi cambierei con loro. Secondo me questo è dovuto al fatto che generalmente non hanno fede in Dio, non hanno valori, modelli positivi di riferimento…

Ora che hai raggiunto questo traguardo, veramente eccezionale, intendi smettere o continuare per altri due anni fino alla laurea magistrale?

Continuare, continuare…

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