«Pace fatta», dice il sindaco Roberto Cosolini. Ma a sentire le voci degli esuli non è esattamente così. Renzo Codarin, Manuele Braico e Massimiliano Lacota (rispettivamente presidente della Federazione delle associazioni esuli e dell’Anvgd locale; presidente dell’Associazione delle comunità istriane; e presidente dell’Unione degli istriani) avevano già programmato per domani una conferenza stampa, e la terranno comunque: «Il tenore sarà un po’ diverso da quello che pensavamo all’inizio ma preciseremo le nostre ragioni. Vogliamo vegliare affinché la faccenda della convenzione si concluda positivamente», dice Codarin. E lo dice al termine dell’incontro cui ieri Cosolini ha invitato i tre esponenti assieme a Chiara Vigini, presidente dell’Irci. Tema della riunione, il recesso del Comune quale socio dall’Irci stessa, un passo capace di ricompattare le diverse anime dell’esodo in una critica tanto fiera quanto ferma.
Un dato è certo: il sindaco ha respinto letture politiche dell’accaduto e confermato di aver dato mandato agli uffici di approfondire le motivazioni che consentano all’amministrazione di permanere nell’Istituto. I suoi interlocutori hanno detto tutte le proprie perplessità – racconta Codarin – anche per la «scarsa comunicazione» tenuta sulla vicenda, esternando preoccupazione anche per il futuro di quello che dovrà essere il Civico museo della civiltà istriana: inserito a tutti gli effetti nel circuito delle strutture comunali, e dunque “blindato” a livello finanziario e gestionale grazie alla convenzione con il Comune. Convenzione il cui testo Cosolini si è impegnato a definire, «accelerando», entro fine settembre. Una tempistica che il sindaco ha detto di non potere stringere ulteriormente, e che però lascia Codarin e Braico «parzialmente soddisfatti»; e Lacota decisamente insoddisfatto.
«I contributi che giungono e giungeranno dallo Stato coprono le attività ma non la gestione della struttura museale in quanto tale, che noi da soli non siamo in grado di condurre», spiega Codarin: «Il Comune deve prendersi in carico spese e cogestione del museo con quel che ne consegue», aggiunge il presidente di Federesuli precisando che «i rapporti con l’amministrazione comunale sono buoni e di assoluta franchezza, sia per quanto riguarda l’Irci che le nostre associazioni».
E se Vigini si dice «abbastanza contenta» dell’incontro chiarificatore e dell’impegno preso da Cosolini sul possibile rientro del Comune nell’Irci, dicendosi per altro verso «convinta che una parte del museo potrà essere aperta già prima di settembre», da Lacota invece la critica resta a tutto tondo: «Il progetto del museo è iniziato non un anno fa ma già al tempo di Illy sindaco. Con gravi difficoltà le associazioni hanno portato avanti il progetto di via Torino, solo verso la fine del 2010 si era arrivati a una bozza condivisa della convenzione: a quel punto l’amministrazione precedente non aveva inteso impegnarsi, e aveva trovato una soluzione transitoria stanziando 70mila euro annui per un triennio. Ora, di tempo ne è passato, non vedo quali ulteriori approfondimenti restino da fare: settembre è un termine eccessivamente ritardato». Ma «la convenzione è basilare», dice Vigini, «e il sindaco ci ha assicurato che la si farà». Le associazioni dunque si ripromettono di vigilare. E di «mantenere la pressione», sintetizza Codarin.
Paola Bolis su “Il Piccolo” del 19 giugno 2013