POLA – Il bilinguismo, uno dei massimi valori perseguiti dalla Comunità Nazionale Italiana, realtà con la quale la regione si identifica, rischia di decadere: quel che si definisce conquista è in pericolo di ridiventare problema. A denunciare il caso, ieri in conferenza stampa, presso la sede della Regione Istriana, il presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin e la vicepresidente della Regione, Viviana Benussi, indicando la questione della mancata collocazione di cartelli stradali bilingui su buona parte del tracciato autostradale dell’Ipsilon Istriana – ultimamente è anche il caso del tratto Dignano-Pola in via di completamento –, come esempio d’illegalità in atto. È da tempo che si punta il dito verso dette gravi manchevolezze, ma le sollecitazioni trasmesse al ministero dei Trasporti sono rimaste irrimediabilmente lettera morta. Alla negata gentilezza di fornire una risposta o spiegazione, si reagirà oggi alla seduta del Sabor, per la quale Furio Radin si è detto preparato a rivolgere un’interpellanza, oltre che da parlamentare anche da presidente UI, direttamente al ministro Kalmeta.
QUADRO NORMATIVO L’incontro coi cronisti a Pola, intanto, è partito da ricapitolazioni e considerazioni di fondo sull’importanza del bilinguismo per la CNI. Radin ha ricordato quanto l’uso della lingua italiana e il bilinguismo abbiano rappresentato uno scoglio per il varo di numerose normative quali la Legge sull’uso delle lingue e delle scritture minoritarie, approvata dopo lunga anticamera, o lo Statuto della Regione Istriana. Con l’approvazione della Legge sui territori regionali, integrata con l’emendamento dell’Unione Italiana, la normativa ha funto da sostegno a molte Città e Comuni per mantenere il bilinguismo come diritto legale. Nonostante tanti sforzi profusi, ora, si è detto, siamo di fronte alla prospettiva di vedere creata un’autostrada, l’Ipsilon istriana, priva di bilinguismo e ciò a costo dell’eliminazione di tabelle con dicitura croata e italiana, che il costruttore, la Bina Istra, aveva già collocato, da impresa rispettosa delle leggi croate. Il problema, ha affermato Radin, sta nel ministero del Traffico. Nonostante le tante missive inviate al ministro Kalmeta, dal parlamentare e anche dalla vicepresidente della Regione, Viviana Benussi, non si è riusciti ad ottenere udienza. Lungi dal pretendere massimo rigore in ogni circostanza, ma in detto caso si considera che a non venire rispettati siano la storia dell’Istria e il principio della convivenza.
APERTURA DELLA PREMIER Dal momento che le reiterate insistenze, scritte od orali che siano, non hanno sortito effetto e che nemmeno il ruolo di intermediaria sostenuto dalla premier Jadranka Kosor ha portato ad affrontare il problema dell’Ipsilon istriana monolingue, Radin spiegherà al Sabor che la Croazia non potrà mai far parte integrante della famiglia europea rendendosi fautrice di tali infrazioni.
Viviana Benussi ha posto in evidenza di essere stata coinvolta in prima persona, fin dal 2001, nelle questioni pertinenti al rispetto delle leggi e del dialogo, quali presupposti di democrazia e di creazione di uno stato di diritto. Ma, eccezion fatta per la comunicazione instaurata con la Regione Istriana, detto dialogo si è trasformato in soliloquio. L’Assemblea della Regione, come detto, ha sempre formulato richieste inerenti alla segnaletica bilingue al ministro Kalmeta (sono state menzionate le domande risalenti al 2 dicembre 2009 ed al 13 aprile 2010), e preoccupa soprattutto la scorrettezza del non aver fornito risposta. Un fatto è indiscutibile secondo la Benussi: le tabelle stradali rappresentano lo strumento più importante per la percezione simbolica della lingua, ovvero di istituzionalizzazione di un’identità bilingue di un territorio.
GIUSTIFICAZIONI ASSURDE Radin, quindi, è tornato a ribadire l’orientamento positivo della premier Kosor verso la soluzione del problema e che, giunti a questo punto, la domanda sul perché si infranga la legge e si ledano i diritti minoritari, da rivolgere a Kalmeta, sarà diretta. In riferimento a giustificazioni assurde, scaturite da retroscena politici, circa il fatto che le scritte monolingui vengono collocate per ragioni di maggiore sicurezza nel traffico, si ritengono un’offesa per l’intelligenza, non solo degli italiani, ma anche degli istriani di cultura bilingue, un’umiliazione per l’Istria e la sua storia. Il timore è quello che chi di dovere stia guadagnando tempo, per poi assicurare che si tenterà di rimediare a danno ormai compiuto.
(af)