Istria e Dalmazia viste, per una volta, da uno studioso veneto e socialista.Queste le particolarità contenute nel volume omonimo, che sottotitola "Interventi e scritti quotidiani a cura di Tullio Vallery e Alessandro Cuk" e che si compone di articoli e interventi scritti dallo scomparso Gianantonio Paladini. Lo storico contemporaneista dal 1985 al 2004 produsse una lunga serie di scritti su temi che abitualmente vengono affrontati da "addetti ai lavori", quindi da esuli o da storici della Venezia Giulia.
A presentare l'opera coeditata da Alcione assieme all'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Venezia è stato, l'altro giorno, lo storico Fulvio Salimbeni in un incontro organizzato al Ridotto del Verdi dall'Anvgd, sezione provinciale di Gorizia. Rodolfo Ziberna, presidente del sodalizio, ha tratteggiato la figura del docente veneto, che fu anche presidente della Provincia di Venezia e preside dell'ateneo veneziano.
Un moderato, prima di tutto, ma che comprese la rimozione nazionale di questioni come il confine orientale, le foibe e l'esodo, sulle quali scrisse fino al 2004, anno della sua morte e dell'istituzione del Giorno del ricordo. «Sembra un esule, pur non essendolo affatto», ha affermato Ziberna. «E per questo merita di essere letto, in quanto capace di proporre una lettura complessiva su argomenti solitamente "di parte"», ha continuato Salimbeni, precisando che nel volume è possibile reperire «una grande rassegna, un bilancio critico e una storiografia delle vicende che hanno accompagnato l'Istria e la Dalmazia durante il secolo scorso».
Il testo è preceduto dall'introduzione del figlio di Paladini, Filippo Maria, e riguarda la biografia dello storico. Uno studioso interessato da una maturazione particolare, che passò anche dalla matrice cattolica al laicismo, e dal socialismo all'accettazione e all'interesse per le tematiche istriane, cercando di conservare un rigore scientifico nella ricerca delle fonti e di riscontri oggettivi.
Emanuela Masseria
