Un articolo su un periodico del Canada descrive il Movimento dei rifugiati istriani in Ontario nel 1959. L’autore è Jack Mitchinson, che ha pubblicato lo studio nel 2008 sul n. 53 del «Bollettino della Società storica dell’immigrazione canadese». È una storia interessante e avvincente di oltre 400 Istriani con i loro discendenti che mantengono vive le tradizioni degli antenati. È proprio al sentimento di appartenenza socio-territoriale che si vuol fare riferimento. Studiato dai sociologi nell’ultimo trentennio del Novecento, tale fenomeno pare sostanziale nell’integrazione sociale di una comunità (Pollini G 2009 : 49-55).
Si propone ai lettori del blog il testo di Mitchinson nella traduzione di Doriano Degano con un collegamento agli emigrati verso il Canada dal Centro raccolta profughi (Crp) di Laterina, in provincia di Arezzo, che accolse oltre 10 mila esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia fino al 1963, in fuga dalle prevaricazioni titine, dopo l’annessione delle loro terre alla Jugoslavia. Prima essi transitavano da Trieste e, in treno, dal Centro smistamento profughi di Udine per essere destinati al Crp di Laterina (o in altri 100 Crp d’Italia), alloggiati nelle baracche con la s’ciavina a far da parete per un po’ di intimità familiare.
Inizia così il racconto di Jack Mitchinson: “Nel gennaio 1959 il signor Bev Easton, rappresentante del Canada e della Dominion Sugar Company, di Chatham nell’Ontario, è andato in Europa alla ricerca di braccianti agricoli. L’Autorità per l’emigrazione nel Nord Italia ha lavorato a stretto contatto con lui per selezionare le famiglie più adatte al lavoro. Tra coloro che ha intervistato c’erano delle famiglie istriane con esperienza agraria. Gli Istriani erano diventati profughi nel loro proprio paese nel 1947, quando la provincia dell’Istria fu ceduta alla Jugoslavia comunista come riparazione di guerra. La Jugoslavia li considerava italiani e l’Italia li considerava jugoslavi” (Mitchinson J 2008 : 5). Gli Istriani si sentivano di nessuno, abbandonati, senza casa e nessun paese. Dopo il 1956, esauriti i diritti d’opzione, se abbandonavano la Jugoslavia venivano dichiarati apolidi. Erano dei senza patria.
“A seguito del colloquio e della selezione i dati delle famiglie sono stati elaborati dall’Ufficio visti canadese a Roma – continua Jack Mitchinson –. Hanno ricevuto i passaporti italiani e i biglietti di viaggio. A differenza della maggior parte dei movimenti di profughi erano tenuti a ripagare il loro prestito per il trasporto dopo l’arrivo. Loro viaggiarono per il Canada sulla motonave Saturnia e sono stati accolti ad Halifax dal personale del Canada, dalla Compagnia dello Zucchero del Dominion e da Naldi Coletta dell’Ufficio Immigrazione”. Il Dominion è il termine che designava alcuni territori dell’Impero britannico che, prima del 1948, godevano di una semi-autonomia politica e che successivamente sono divenuti membri indipendenti del Commonwealth.
“La signora Naldi era bilingue (inglese/italiano) e membro del personale di Fort Erie; ha accompagnato il gruppo a Chatham, dove si sono incontrati alla Stazione ferroviaria della Canadian Pacific con gli ufficiali di campo della società, interpreti e me stesso. Il viaggio di Naldi è stato reso particolarmente estenuante perché lungo tutta la linea ferroviaria i contadini salirono a bordo per attirare gli Istriani con la promessa di posti di lavoro nelle loro fattorie. Naldi ed io lo eravamo l’unica autorità d’immigrazione in Canada. Negli anni ho lavorato a stretto contatto con molti nuovi arrivati, compresi i rifugiati (la maggior parte in particolare: ungheresi). Gli Istriani erano i più presentabili, i più educati e il gruppo più felice che abbia mai incontrato. Gli Istriani furono felici di essere in Canada e fino ad oggi hanno apprezzato le opportunità che sono state date loro. Un padre disse ai suoi figli: Il confine è alla porta. Fuori è il Canada, per così dire Inglese. Dentro siamo italiani e noi parlano italiano. Così, hanno mantenuto la loro cultura e la lingua”.
“Con la collaborazione dell’Azienda del personale agricolo, gli agricoltori per i quali dovevano lavorare, di me stesso e con l’aiuto degli interpreti, le famiglie erano condotte nelle loro prime residenze in Canada. La Società dello Zucchero e/o il datore di lavoro agricolo ha fornito biancheria da letto, mobili e altri oggetti. L’alloggio era sicuramente un miglioramento rispetto ad altri rifugiati dei Campi, ma per i nostri standard ha lasciato molto a desiderare. Il lavoro agricolo era duro. Incluso il diradamento e il fissaggio della barbabietola da zucchero. Le piante di tabacco da zappare, o la raccolta dei semi di soia e dei pomodori”.
“Negli anni precedenti, scarsi aiuti agricoli provenivano dalle Riserve indiane delle province atlantiche canadesi. Questi lavoratori generalmente tornavano a casa dopo la vendemmia. Nel 1956-‘57 il Dipartimento d’immigrazione ha fornito lavoratori singoli portoghesi e quando il raccolto era finito si sono dispersi in tutto l’Ontario. La maggior parte è andata nelle grandi città e ha trovato lavoro nell’edilizia. Le famiglie istriane, invece, rimasero nel Chatham-Kent dato che i loro figli erano a scuola e molti si sono alternati durante la bassa stagione. Negli anni successivi ho conosciuto ciascuna di queste famiglie personalmente. Ho visitato molti di loro in modo regolare e ho fornito tutta l’assistenza che potevo. Sfortunatamente l’Ufficio d’immigrazione di Chatham è stato chiuso nel 1967 e, di conseguenza, ho iniziato i miei 33 anni di altri lavori. Al mio pensionamento, nel 1990, con mia moglie Helen sono tornato a Chatham. Non solo ho rinnovato i miei contatti con gli Istriani, ma mi hanno presentato i loro figli cresciuti e vari nipoti. Diversi Istriani erano insegnanti di scuola, cinque erano medici, un certo numero erano ingegneri (uno era al personale comunale) e altri erano in varie professioni e imprese compreso un negozio della nota Steak house locale. Queste famiglie sono un ottimo esempio del valore del programma di immigrazione”.
“Questo movimento migratorio non fu l’unico per gli Istriani. Prima e dopo il 1959 altre famiglie e persone sono arrivate in Canada. Il secondo grande gruppo arrivò nel 1960, ma siccome i lavori non erano più disponibili a Chatham sono andati in altre comunità. Ci sono circa 170 famiglie istriane d’origine nel comune di Chatham-Kent. Al fine di mantenere i loro legami familiari e la propria storia è stata costituita, nel 1989, la “Lega Istriana” di Chatham. Ogni anno un picnic si tiene nella comunità con un massimo di 400 istriani. Provengono da lontano come dalla Columbia Britannica, dalle Provincie Marittime canadesi e persino dall’Australia. Alcuni gruppi sono stati formati a Ottawa, Hamilton, Vancouver e Toronto. Ogni cinque anni c’è un grande galà. Si è tenuto in luoghi come alle Cascate del Niagara, New York, Montréal e Chatham. In ogni occasione dal mio ritorno a Chatham nel 1990 – conclude così il racconto Jack Mitchinson – mia moglie ed io siamo stati invitati dagli Istriani come onorati ospiti”(Mitchinson J 2008 : 6. Vedi pure: Bruce Corcoran 2014).
Emigrati giuliano dalmati dal Crp di Laterina verso il Canada
È stato il sociologo Ulderico Bernardi a scrivere in riferimento all’esodo giuliano dalmata: “Il grande esodo da Pola si era già compiuto e continuava in tutto il territorio della Venezia Giulia consegnato alla Jugoslavia. Oltre 300.000 cittadini italiani si disperderanno tra le varie regioni dello Stivale: dal Veneto alla Liguria, alla Lombardia, da Roma a tutto il Lazio, alla Toscana, alla Sardegna, alla Puglia, mentre gruppi consistenti oltre ad insediarsi a Trieste sceglieranno di emigrare negli Stati Uniti d’America, in Canada e in America Latina” (Bernardi U 2021 : 106).
Vari storici sostengono che l’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia si affievolisce dal 1956 fino a scomparire, ma qualche autore invece ritiene che “Le partenze non si interruppero col 1954 ma continuarono in misura minore fino al 1975, anno della firma del trattato di Osimo” (Messina D 2021 : X).
Possibile che i titini, dopo avere invaso l’Istria, Fiume e la Dalmazia facessero scomparire gli italiani uccidendoli nelle foibe? Si risponde con le parole di Egea Haffner, la bambina con la valigia, simbolo dell’esodo da Pola, dopo l’arresto di Kurt Haffner, il suo babbo il 4 maggio 1945 da parte dell’OZNA, il servizio segreto di Tito. “Chissà perché lo presero… Perché proprio lui? Forse perché era l’unico rappresentante maschile di una delle famiglie benestanti della città (…). Oppure, più semplicemente lo presero perché era italiano. Le donne della mia famiglia pregarono e sperarono (…). L’altra ipotesi che temevano, infatti, oscurava la vista e rallentava il cuore fino a fargli perdere un battito: foibe” (Haffner E, Alvisi G 2022 : 60).
Si riportano ora i nomi dei 34 profughi giuliano dalmati emigrati in Canada secondo i dati dell’Elenco alfabetico profughi giuliani, custodito dal Comune di Laterina Pergine Valdarno (AR). La maggior parte di essi esce dal Crp nel 1960. Si specifica l’anno di uscita per gli altri emigranti.
Bembich Giovanni, Calligari Giuseppe, Cossù Giuseppina, Creglia Giovanni, Cramer Dorotea, Grdovich Antonio, emigra il 2.8.1957, Grdovich Umberto, emigra il 2.8.1957, Grisonich Giovanni, emigra nel 1951, Hut Stefania, Levach Luigi, Levach Maria, Levach Silvana, Levach Vladimiro, Maggiori Elvira, Maggiori Giovanni, Maggiori Maria, Maggiori Mirko, Malesan Alberto, Malesan Anna, Malesan Carlo, Malesan Caterina, Malesan Francesco, Poletto Boris, Poletto Rodolfo, Putigna Angelo, Putigna Armando, Pristov Maria, emigra nel 1951, Ruba Angiolo, Ruba Vladimiro, Roinich Mattea, Svietichich Maria, Sudinia Stoia, emigra il 2.8.1957, Velleni Giuseppe, Zikovich Vittoria.
Per concludere si ricorda che la Lega Istriana di Chatham, in Ontario (Canada), molto apprezzata dalle locali autorità, ha la più grande sede del paese nord-americano. Antonio Perini detto Toni, è il presidente emerito della citata Lega Istriana di Chatham. Nato a Capodistria nel 1941, Toni Perini ne è stato il fondatore, nel 1989. Inoltre egli è stato il Presidente della Federazione Giuliano Dalmata Canadese. La figlia di Toni, Cristina continua l’attività del padre; lei e suo marito, nato a Trieste, vivono a Chatham, nell’Ontario. Quando i Friulani emigrati in Ontario organizzano delle feste col “Fogolar Furlan Niagara” invitano anche gli amici Istriani, secondo le notizie raccolte da Doriano Degano.
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Cenni bibliografici e del web
– Ulderico Bernardi, Terre perse. L’amputazione della Venezia Giulia dall’8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947, Villorba (TV), Biblioteca dei Leoni, 2021.
– Bruce Corcoran, “Lega Istriana celebrates its C-K history”, «The Chatham Voice», September 29, 2014.
– Egea Haffner, Gigliola Alvisi, La bambina con la valigia. Il mio viaggio tra i ricordi di esule al tempo delle foibe, Milano, Piemme, 2022.
– Dino Messina, Prefazione a Raoul Pupo, Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio, Milano, RCS MediaGroup, 2021.
– Jack Mitchinson, “The Istrian Refugee Movement”, «C·I·H·S Bulletin», The Canadian Immigration Historical Society, Issue 53, June 2008, pp 5-6 (disponibile nel web; traduzione di Doriano Degano).
– Gabriele Pollini, “Le dimensioni locale e nazionale dell’integrazione. Contrasto o compatibilità”, in: Giovanna Rossi (a cura di), Quali politiche per l’integrazione nell’Italia del XXI secolo?, Milano, Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto, 2008, pp. 49-72.
– E. Varutti, Esodo da Fiume a Laterina. La s’ciavina per parete di giorno e per dormire la notte, 1948, on line dal 1° settembre 2020 su varutti.wordpress.com
Collezione privata – Doriano Degano, St. Catharines, Ontario, Canada, fotografie.
Archivi consultati – La presente ricerca è frutto della collaborazione fra l’ANVGD di Arezzo e il Comitato Provinciale dell’ANVGD di Udine. La consultazione e la digitalizzazione dei materiali d’archivio aretini è stata effettuata nel 2015 a cura di Claudio Ausilio.
Comune di Laterina (AR), Elenco alfabetico profughi giuliani, 1949-1961, pp. 1-78, ms.
Ringraziamenti – Per certi cenni bibliografici e la traduzione dall’inglese sono riconoscente a Doriano Degano, di Welland, che vive a St. Catharines, Ontario, Canada; messaggi in Facebook del 12-21 maggio 2022 allo scrivente.
Progetto e ricerca di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo), Doriano Degano, famiglia Perini (Canada) e Marco Birin. Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine.
Fotografie della Lega Istriana Chatham SW, Ontario (Canada). Studi e ricerche presso lc’airchtivioa dellt’Assocaiazionen Nazionaele Venezi a Giulia es Dalmazia (tANVGD), Comiatato Provincitale, è il presidente emerito della citata Legiana di Chatham. Nato a Capodistria nel 1941, Toni Perini ne è stato il fondatore, nel 1989, della Lega Istriana Chatham SW, Ontario. Inoltre egli è stato il Presidente della Federazione Giuliano Dalmata Canadese. La figlia di Toni, Cristina continua l’attività del padre; lei e suo marito, nato a Trieste, vivono a Chatham, nell’Ontario. Quando i Friulani emigrati in Ontario organizzano delle feste col “Fogolar Furlan Niagara” invitano anche gli amici Istriani, secondo le notizie raccolte da Doriano Degano.
Fonte: Elio Varutti – 19/05/2022