ZAGABRIA. L'Italia vuole la Croazia nell'Unione europea nel 2010 e per questo esorta il governo ad andare avanti sulla strada delle riforme, a cominciare da quella della giustizia, e della lotta alla corruzione. In una Zagabria gelida e imbiancata dalle nevicate, è stato questo il messaggio che il ministro degli Esteri Franco Frattini ha portato ai vertici della repubblica croata, impegnati a superare il veto sloveno generato dalla disputa tra Zagabria e Lubiana sul confine marittimo.
Malgrado il doloroso passato delle foibe («un male assoluto» le ha definite il ministro in serata da Pola) e un contenzioso ancora aperto per l'indennizzo degli esuli italiani scappati dalle terre di Istria e Dalmazia dopo l'occupazione militare titina nel secondo dopoguerra, Roma rappresenta in questo momento il primo sponsor della Croazia nell'Ue – e nella Nato – anche in virtù di rapporti di business eccellenti: con 4 miliardi di interscambio, l'Italia è il primo partner commerciale della Croazia e ha in mano oltre il 50% del settore bancario.
Rapporti destinati a rafforzarsi ancora di più dopo la firma, ieri, di un Memorandum di cooperazione bilaterale che prevede la creazione di un “Polo di sviluppo dell'Alto Adriatico” nei settori dell'industria, dell'ambiente, dell'energia, delle infrastrutture, dei trasporti, dell'agricoltura, dell'università e della ricerca.
Memorandum analogo a quello siglato fra Italia e Slovenia nel 2007 che punta a confluire in un dialogo a tre fra Roma, Zagabria e Lubiana per la promozione di politiche coordinate a favore dello sviluppo di quest'area considerata crocevia verso la Nuova Europa.
Il titolare della Franesina in serata è volato anche a Pola per incontrare una rappresentanza della comunità italiana del paese. Nel corso dell’incontro ha liquidato con una secca condanna il tema delicato delle foibe e dell’esodo – «tutto quello che ha offeso in modo assolutamente irreversibile la dignità anche di una sola persona è stato il male assoluto».
Frattini comunque si è detto con tutti i suoi interlocutori (dal presidente Stipe Mesic, al primo ministro Ivo Sanader, al capo della diplomazia Gordan Jandrokovic) «soddisfatto» per i passi avanti compiuti in direzione di una «tutela piena» della minoranza italiana. In particolare, ha ricordato il titolare della Farnesina, con la liberalizzazione del mercato immobiliare che consente anche a cittadini non croati di acquistare beni e immobili nel Paese.
Per quanto riguarda invece gli indennizzi richiesti dagli esuli, Frattini ha osservato che la corte costituzionale croata sarà chiamata presto ad adottare una decisione sul trasferimento dei beni denazionalizzati a cittadini non croati, e quindi anche italiani. Il governo di Roma, ha assicurato il ministro, «ha piena fiducia nella decisione della corte e confida che il governo croato possa adottare atti consequenziali».
Comunque, Frattini ha assicurato che «l’Italia è profondamente vicina ala comunità italiana», aggiungendo che «le minoranze italiane in Croazia trarranno benefici dall’annessione di Zagabria all’Unione europea».
Frattini ha quindi assicurato che è arrivato il momento di «semplificare le procedure e accelerarle in un modo drastico» per il conferimento della cittadinanza italiana alle minoranze in Croazia. «Vedrete i risultati in tempi brevi – ha detto Frattini – perchè il meccanismo per snellire le procedure è stato avviato».