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Italia-Slovenia, da economia a politica cresce sodalizio (Ansa 06giu13)

Dalle relazioni politiche che vanno “sempre più nella giusta direzione”‘, al rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali, possibile non soltanto grazie a una migliore conoscenza reciproca e un maggior coinvolgimento delle aziende italiane (soprattutto di quelle centro-meridionali). Insieme, infatti, Italia e Slovenia possono essere più competitive in Europa centro-orientale e sui mercati lontani come quelli asiatici. Grazie alla creazione di nuove alleanze nel settore della logistica e, soprattutto, attraverso il ristabilimento di collegamenti ferroviari tra i due Paesi che oltre cinquant’anni fa esistevano e che oggi paradossalmente non esistono più.

A dirlo, è l’ambasciatore sloveno in Italia, Iztok Mirosic, che in un’intervista all’ANSA, a pochi giorni dalla visita della premier, Alenka Bratusek, fa il punto sulle relazioni bilaterali tra Roma e Lubiana. Sin dalla storica stretta di mano, a Trieste, fra i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia, Giorgio Napolitano, Danilo Turk e Ivo Josipovic, “i nostri Paesi hanno fatto molta strada, cercando di risolvere i contenziosi ancora aperti”, sottolinea il diplomatico. Dalla questione delle minoranze alla restituzione dei beni culturali “sequestrati” dopo la seconda guerra mondiale, alla questione del rigassificatore italiano nel golfo di Trieste a quella delle frequenze. Questioni che esistono in tutte “le buone famiglie”, ma superabili.

Le nostre relazioni politiche sono ottime e a livello economico hanno raggiunto importanti livelli”, rimarca Mirosic, che ricorda come l’interscambio tra i due Paesi sia arrivato a 6,5 miliardi. “Non male – rimarca – per un Paese di 2 milioni di abitanti”. L’Italia è il terzo investitore straniero in Slovenia e primo mercato di riferimento nel settore turistico. A investire oltre confine, sono soprattutto aziende del quadrilatero Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna. “Il nostro intendo è quello di allargare la presenza delle imprese italiane, comprendendo quelle del Centro e del Sud della Penisola. In primis, facendoci conoscere meglio e facendo anche conoscere meglio alle aziende slovene l’Italia centromeridionale”.

L’imminente accordo tra Ice e Spirit (l’agenzia pubblica slovena per l’Imprenditorialità, l’Innovazione, lo Sviluppo, gli Investimenti e il Turismo) che sarà siglato durante la visita della premier slovena in Italia, costituisce un tassello importante di questo ragionamento. Per rafforzare la competitività di entrambi i Paesi sui mercati asiatici e dell’Europa centro-orientale servono alleanze strategiche. “Tra il porto di Capodistria e quelli del Nord Italia, per esempio, e forse anche con quelli croati”. Se ne sta parlando, spiega l’ambasciatore. Anche sul piano dei trasporti Italia e Slovenia stanno lavorando insieme. Esistono problemi per la realizzazione della tratta Lione-Torino (Corridoio 5 – Lisbona va Kiev, ndr) e nell’area attorno a Venezia, sottolinea Mirosic, “ma proprio la scorsa settimana abbiamo siglato con la direzione responsabile delle ferrovie italiane un accordo per la realizzazione di uno studio di fattibilità per la costruzione della tratta Trieste-Divaca”.

Paradossale, tuttavia, che ancora non esistono collegamenti ferroviari diretti tra l’Italia e la Slovenia, se non via Austria. “Abbiamo sollevato diverse volte la questione”, fa notare. Infine la politica estera. Roma e Lubiana hanno forti interessi comuni sia nei Balcani occidentali che nella nuova macroregione adriatico-ionica. Interessi che vanno dalla completa stabilizzazione dell’area all’ingresso di tutti i Paesi della ex Jugoslavia nella grande famiglia europea. In questo senso, conclude, la Slovenia si sta adoperando molto. Come dimostrano le riunioni periodiche organizzate nella città slovena di Brdo, tra i sette capi di governo e ministri degli Esteri di Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom), Kosovo e Albania.

Cristiana Missori
www.ansa.it 6 giugno 2013

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