La meravigliosa Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, nelle pertinenze del Senato della Repubblica, ha fatto da splendida cornice al convegno “Dante Alighieri e l’italianità nell’Adriatico orientale” organizzato dal Comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con la collaborazione del Senatore Andrea De Priamo venerdì 31 marzo.
Facendo gli onori di casa, De Priamo ha ricordato la proficua sinergia che ha sviluppato con la sede romana dell’Anvgd fin da quando era Consigliere comunale nell’assemblea capitolina e che ora intende implementare nella sua nuova veste istituzionale, a partire da questa manifestazione, che è stata pure l’occasione per parlare di “Dante Adriaticus. Atti dei convegni internazionali di studi” fresco di stampa per i tipi di Gammarò Edizioni e curato da Donatella Schürzel, Eufemia Giuliana Budicin, Maria Grazia Chiappori, Lorenzo Salimbeni e Barbara Vinciguerra. I curatori dell’opera erano anche i componenti del Comitato scientifico, presieduto dalla Prof.ssa Schürzel, che ha sviluppato il progetto “Dante Adriaticus”, tributo dell’Anvgd attraverso convegni, rappresentazioni teatrali ed itinerari danteschi alle celebrazioni che hanno caratterizzato il centenario 2021 della morte del Sommo Poeta (1265-1321).
Tra i molti presenti in sala il Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati Giuseppe de Vergottini, il Direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume Marino Micich, la Presidente della Società Dalmata di Storia Patria Rita Tolomeo, la Presidente dell’Associazione Sportiva Giuliana Simonetta Lauri, Maria Ballarin in rappresentanza dell’Associazione Nazionale Dalmata, il Maestro Francesco Squarcia, l’ex ed il nuovo Presidente dell’Associazione dei Triestini e Goriziani a Roma, rispettivamente Roberto Sancin e Carlo Leopaldi, e la Dirigente del Ministero dell’Istruzione e del Merito Caterina Spezzano. Significativa poi la presenza di studenti, docenti e dirigenti scolastici provenienti dai Licei romani Vivona e Giulio Cesare, nonché di giornalisti delle testate locali e dell’associazionismo degli esuli adriatici.
Donatella Schürzel, vicepresidente nazionale dell’Anvgd e presidente del comitato romano, ha quindi illustrato i contenuti ed i propositi del progetto “Dante Adriaticus”, un percorso di riscoperta della plurisecolare presenza italiana sulla costa dell’Adriatico orientale a partire dall’erudizione dantesca e dagli influssi che il “ghibellin fuggiasco” ebbe sulla cultura di queste terre di frontiera. I convegni che si sono svolti a Roma, Verona e Pola nel corso del 2021 e di cui sono stati appunto pubblicati gli atti, hanno contribuito a definire un quadro multidisciplinare il cui alto valore è stato premiato con la Medaglia della Presidenza della Repubblica. Ulteriori spunti di riflessione sono stati forniti dall’intervento della professoressa Chiappori, consigliere nazionale dell’Anvgd, la quale ha inoltre illustrato i riferimenti artistici e le citazioni dantesche che collegano Roma all’opera del sommo poeta. Il progetto Dante Adriaticus è stato realizzato dall’Anvgd di Roma rapportandosi con vari enti ed associazioni, tra cui la Comunità italiana di Pola ed i comitati della Società Dante Alighieri dell’Adriatico orientale, da Trieste e Gorizia a Cattaro passando per Spalato, Zara, Fiume, Pola e Capodistria: Lorenzo Salimbeni, moderatore dell’incontro, ha ricordato l’importanza della Dante per la salvaguardia dell’italianità adriatica fin dall’epoca irredentista.
Il professor Giuseppe Parlato ha quindi apprezzato la multidisciplinarietà che ha contraddistinto il progetto dantesco dell’Anvgd, che si è dipanato tra storia e letteratura, diritto e storia dell’arte, teatro e filatelia: «Dante è stato tra i primi a cogliere – ha spiegato il docente dell’Università degli Studi Internazionali di Roma – che nella penisola italica, pur in assenza di un assetto statuale unitario, esisteva quella che Romeo avrebbe definito una nazione letteraria. La figura di Dante come padre della lingua e quindi simbolo di unità nazionale emerge dopo la rivoluzione francese ed assumerà un ruolo crescente nelle vicende risorgimentali» Attraverso la lingua e la cultura italiane si compirà la scelta nazionale di tantissimi patrioti, poiché, come evidenziato da Chabod, il nazionalismo italiano si basa su di una scelta volontaristica, a differenza di quello tedesco e slavo che pone al primo posto i concetti di “Blut und Boden”, sangue e suolo. «Dante è ben presente anche nelle vicende politiche più importanti del Novecento italiano – ha proseguito il Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice – se pensiamo che viene citato nella Carta del Carnaro redatta a Fiume durante la spedizione dannunziana e che nella fase finale della Seconda guerra mondiale Alessandro Pavolini, nel disperato tentativo di allestire l’ultima difesa della Repubblica Sociale Italiana in Valtellina, avrebbe voluto prelevare a Ravenna l’urna con le ceneri di Dante per farne un centro mistico e simbolico attorno al quale erigere le Termopili del fascismo »
La Budicin, consigliere nazionale Anvgd, ha quindi presentato alcuni saggi contenuti negli Atti, dedicati non solo al rapporto fra Dante e l’arte (dalle rappresentazioni dantesche in Istria all’opera dei fratelli Gregori di Parenzo) ma anche ai Codici danteschi di Isola d’Istria, mentre la professoressa Vinciguerra ha messo in evidenza alcune figure di dantiste provenienti dalla frontiera adriatica, con particolare riferimento a Giuseppina Martinuzzi, Gemma Harasim, Emma Boghen Conegliani, Ada Sestan, ecc. Il convegno si è concluso con un intervento della professoressa Schürzel dedicato alla memoria in Dante, intesa sia come capacità mnemonica sia come conoscenza storica.