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Jeremic, Tribunale per ex Jugoslavia ha fallito l’obiettivo – 05giu13

Il Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi) per la ex Jugoslavia “ha fallito nel suo obiettivo di perseguire la riconciliazione tra i popoli”. È il punto di vista “strettamente personale” espresso da Vuk Jeremic, ex ministro degli Esteri serbo che a Roma, in qualità di presidente della 67/ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nei giorni scorsi ha incontrato papa Francesco, per poi intrattenersi con il presidente del Consiglio Enrico Letta e il ministro degli Esteri, Emma Bonino. Non risparmia critiche alla giustizia internazionale – o meglio ai tribunali ad hoc – l’ex capo della diplomazia serba, tenendo però a specificare si tratti di “un parere del tutto personale” e non espresso in qualità di presidente dell’Assemblea Onu. Un ruolo che sin dalla sua elezione – “che senza l’aiuto fondamentale dell’Italia non sarebbe stata possibile” – Jeremic incarna un po’ al di sopra delle righe.

Come in occasione del dibattito sull’attività dei Tribunali internazionali per i crimini di guerra svoltosi il 10 aprile scorso all’Assemblea generale. Una discussione partita proprio su sua iniziativa sull’ondata delle proteste e dell’indignazione suscitata in Serbia dalle assoluzioni al Tpi dei generali croati Ante Gotovina e Mladen Markac, e dell’ex comandante dell’Uck (Esercito di liberazione del Kosovo), Ramus Haradinaj. “Se l’obiettivo era promuovere la riconciliazione tra la gente come è scritto nello statuto – ha detto – non credo che il Tpi e in generale i tribunali ad hoc abbiano raggiunto questa missione”.

A guardare bene, prosegue, “i risentimenti e l’atmosfera che si respirano ancora oggi nei Balcani, non sono convinto che le cose siano migliorate”. Certo, dice, oggi la Corte penale internazionale può avvalersi dell’esperienza e imparare dagli errori commessi dai tribunali ad hoc. Nelle prossime settimane, fa sapere, “presenteremo il documento conclusivo in cui saranno riportati tutti i punti di vista dei Paesi membri emersi in occasione del dibattito, e in cui sarà riportata la posizione ufficiale delle Nazioni Unite”. In tema di rapporti tra Belgrado e Pristina Jeremic definisce “positivo” l’accordo del 19 aprile siglato a Bruxelles, con la mediazione Ue.

“L’unico modo per superare la situazione – che è ben lontana dall’essere risolta – è attraverso il negoziato”, ribadisce il presidente dell’Assemblea, che proprio nel 2008, quando il Kosovo si autoproclamò unilateralmente indipendente, era a capo della diplomazia serba. Oggi, in qualità di presidente del consesso internazionale in cui siedono 193 Stati membri, Jeremic torna a riaffermare quanto disse alcune settimane dopo la sua elezione alla sessantasettesima sessione in merito a un possibile ingresso all’Onu del Kosovo. “Non succederà – disse – nell’anno della presidenza serba, o dovranno passare sul mio corpo”. È ancora così? La risposta è molto semplice, replica, “sì”.

Cristiana Missori
www.ansa.it 3 giugno 2013

 

 

 

La corte internazionale de L’Aja (foto www.passaggioasudest.ilcannocchiale.it)

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